Povere creature! L’ultimo folle capolavoro di Lanthimos

Povere creature! con Emma Stone protagonista è al cinema dopo il Leone d'Oro e l'eccezionale successo ottenuto al Festival di Venezia

Povere creature! è una storia profondamente surreale e raccontata con il consueto umorismo del regista che ha come protagonista Bella Baxter -interpretata da una strabiliante Emma Stone– giovane donna riportata in vita da Godwin Baxter (Willem Dafoe) scienziato brillante ma poco ortodosso, che le ha trapiantato il cervello del bebè che aveva in pancia. Ormai giovane donna, Bella deciderà di lasciare la sua vita protetta in Inghilterra per viaggiare e scoprire il mondo in un vero e proprio Gran Tour europeo, arrivando persino a lavora come prostituta in un bordello parigino. Il film è una rilettura intelligente, fantastica e contemporanea del mito di Frankestein, candidato a ben 11 nomination Oscar. L’ambientazione è una Londra futuristica in un’epoca vittoriana fantascientifica, gotica, un po’ punk e assolutamente folle, tipica dello stile cinematografico del regista.

Bella è una bambina nel corpo di un adulto con una immensa voglia di scoprire e il suo straordinario personaggio rompe i suoi schemi proprio grazie alla sua ingenuità. Il suo corpo è costantemente immerso nella realtà che esperisce, il suo cervello infantile è pronto a sorprendersi e indignarsi, e forse chissà a provare a cambiare.

Il significato del titolo “Povere creature” è invece da ricercarsi nel romanzo di Alasdair Gray del 1992 a cui il libro è ispirato. L’interpretazione è duplice ed emblematica: potrebbe essere un riferimento agli uomini che circondano Bella Baxter e a tutte le loro debolezze, ma anche un monito ad ognuno di noi, che lottiamo duramente per sottostare alle regole della società.

Riconoscibile caratteristica estetica di Bella in questa fiaba surrealista sono i suoi lunghissimi capelli nero corvino, ispirati a un celebre quadro di Egon Schiele, come il regista ha dichiarato.

Menzione speciale ai meravigliosi costumi in scena, vere e proprie opere d’arte con esagerate, colori pastello e maniche a sbuffo. La ricerca di emancipazione da parte della protagonista si manifesta anche e sopratutto attraverso questi abiti, che le sono inizialmente imposti, simbolo delle costrizioni sociali in cui vive. Il cambiamento di stili che Bella affronta nel film, rappresentano il percorso della sua formazione e la sua crescita, in un racconto che è una riscoperta della libertà femminile e del potere decisionale sul corpo di ogni donna e che la vede nelle scene finali, con vestiti decisi e pienamente consapevole della donna che è diventata.