La Smemoranda fallisce e nessuno rileva il marchio

L'iconica agenda cade sotto i colpi della digitalizzazione. All'asta il marchio di Smemoranda, ma nessuno lo acquista

Dopo aver segnato generazioni di studenti, la Smemoranda è arrivata al capolinea. Con le sue agende iconiche ricche di inserti e dediche prodotte fin dal 1978, l’azienda fondata da Gino e Michele e Nico Colonna ha dichiarato il fallimento lo scorso 20 gennaio, dopo un’asta disastrosa. Nessuno infatti si è presentato per il rilevamento del marchio.

La crisi di Smemoranda ha avuto inizio durante la pandemia, che ha accelerato il processo di digitalizzazione della scuola. Molti studenti hanno così sostituito gli appunti cartacei e l’uso del diario scolastico con dei supporti digitali, che alla fine della didattica a distanza non sono stati abbandonati. In più, la situazione ha gravato sulla crisi già avanzata delle cartolerie, sempre meno frequentate dai consumatori, ormai più abituati all’e-commerce e alla grande distribuzione. Tra le altre ragioni, anche il rifornimento di agende scolastiche da parte degli istituti stessi e l’affermazione sul mercato di nuovi marchi. Smemoranda non ha retto la concorrenza.

L’epoca d’oro è così giunta alla fine. Non è stato sufficiente ad evitare il fallimento neppure un pacchetto di investimenti mirati, tra cui l’intervento di Giochi Preziosi, che per un anno ha siglato un contratto di licenza per la produzione e realizzazione, oltre alla commercializzazione, dei prodotti con il marchio Smemoranda.

Come ha segnalato La Repubblica, la prima dichiarazione del fallimento del gruppo finanziario Smemoranda Group risale al marzo 2023. Ma la conferma definitiva è arrivata con l’asta del 20 gennaio scorso, in cui nessuno ha rilevato il celebre marchio.

Alle agende, icona di generazioni di studenti – almeno sei -, hanno collaborato diverse personalità di spicco, da Federico Fellini a Roberto Benigni, e provenienti da ogni campo, dallo sport alla cultura.