Nonostante la richiesta di Michelangelo Pistoletto di scagionare il responsabile del rogo della Venere degli Stracci, è arrivata la condanna. Quattro anni di reclusione e 4mila euro di multa a Simone Isaia, il 32enne senza fissa dimora ritenuto responsabile dell’incendio dell’opera iconica poverista.
«Spero che sia una condanna virtuale – ha commentato Pistoletto – una sentenza che corrisponde alla legge, senza però che l’imputato debba scontare la sua pena in carcere».
L’installazione era stata inaugurata a luglio 2023 in piazza Municipio a Napoli, ma solo poche settimane dopo, era andata completamente distrutta in un incendio. A poche ore dal rogo, la polizia aveva individuato il presunto responsabile e lo aveva fermato.
Nei giorni successivi all’arresto era emerso che il 32enne soffriva di problemi mentali; in suo sostegno sono state nei mesi raccolte migliaia di firme per chiedere la scarcerazione e la collocazione in una struttura dove potesse essere seguito, posizione sostenuta anche dallo stesso Pistoletto. Isaia è rimasto in carcere fino alla metà di settembre, quando è stato trasferito nella casa di accoglienza Domus Misericordiae di Salerno in attesa del processo di cui si conosce in questi giorni il verdetto.
Dopo l’incendio che ha colpito la prima installazione, il Comune di Napoli e il Sindaco Gaetano Manfredi hanno annunciato che la Venere degli Stracci rinascerà nello stesso luogo, come «Un simbolo di generazione e rigenerazione per la città di Napoli». A Ottobre si è svolta a Napoli la conferenza stampa di presentazione della nuova Venere degli Stracci, l’opera di Michelangelo Pistoletto, che verrà reinstallata il 22 gennaio in piazza del Municipio per poi essere donata dall’artista alla città di Napoli.
L’obiettivo dell’installazione era quello di proiettare Napoli in una dimensione internazionale facendo riflettere cittadini e turisti nell’ambito del programma “Napoli contemporanea” voluto dal Comune. Durante l’inaugurazione Pistoletto aveva spiegato che «gli stracci sono dei rifiuti e la Venere, che viene dalla storia e dalla bellezza, li rigenera e di colpo gli stracci diventano opera d’arte e ritornano a vivere. Ora questa Venere, già esposta in città diverse volte, è diventata così grande perché è stata considerata un’icona del nostro tempo ed è presentata in una dimensione iconica per il luogo in cui si trova».