Tra il 5 e il 7 dicembre la British School at Rome ha presentato i Winter Open Studios 2023, appuntamento in cui i nove artisti residenti dell’Accademia Britannica hanno presentato alcuni dei loro lavori degli ultimi mesi al pubblico.
Presenti insieme alle loro opere, gli artisti hanno condiviso la loro ricerca, rispondendo alle domande dei visitatori, in un dialogo che ha rappresentato un’opportunità unica per offrire una prospettiva personale del lavoro eseguito durante la residenza. Attraverso l’esplorazione di pratiche creative e formazioni artistiche diverse, gli argomenti trattati variano tra loro, mantenendo però il desiderio comune di analisi dello spazio, che esso sia reale o immaginario.
L’influenza romana si fa sentire, come nel lavoro di Kerstin Kartscher, disegnatrice che ha colto l’occasione per estendere il suo interesse per l’urbanistica in tutti quegli spazi che, nella capitale, vengono rielaborati grazie alla creatività di diverse comunità, come parchi, casali o case d’accoglienza. Luoghi scoperti per caso, ma che forniscono grande ispirazione per chi la cerca. Un altro esempio è sicuramente quello di Sophia Lee Georgas, artista che ha voluto cogliere la sacralità dei tanti monumenti religiosi della città, e non solo, per rappresentarne nelle sue opere l’essenza divina. Anche in questo caso, architettura e sensibilità si uniscono in raffigurazioni sgargianti in cui luce e colore ne incarnano il significato. Ma anche il lavoro della ricercatrice e curatrice Britanno-Irachena Hiba Alobaydi, che utilizza la scrittura e la fotografia nei suoi studi sulla Moschea di Roma. O ancora, il lavoro dell’architetto Dominic Walker sull’emotività della forma e dello sviluppo architettonico.
Non solo analisi spaziale, ma anche sociale, come nel caso del duo gallese composto da Beau W. Beakhouse e Sadia Pineda Hameed, i quali con la loro ricerca hanno immaginato futuri alternativi rappresentati attraverso l’utilizzo di video, testi, immagini e sculture, creando ibridi che riconsiderano alcune relazioni onnipresenti nell’attualità. Nuovi immaginari, così come ne crea Tura Oliveira, che con l’utilizzo di tessuti e metalli riflette sul concetto di identità e cultura attraverso la creazione di esseri ibridi che rivalutano la percezione del femminile. Infine, i lavori di Aaron Ford sull’iconografia migrante che esamina la figura di Annibale Barca e quello del “rizoma” di Michael Coppelov, una massa di radici che riflette sulle reti nascoste di un mondo sempre più interconnesso.
Un’occasione interessante che ha permesso di mettere in luce una visione completa della residenza alla BSR, con uno sguardo completo non solo sulle opere ma anche sul processo creativo e individuale degli artisti presenti. Una connessione che non solo si limita alle tre giornate, ma che dà luogo a scambi, incontri e nuovi punti di vista. Come ogni anno, il prossimo appuntamento è agli Open Studios estivi 2024.
British School at Rome
Via Antonio Gramsci 61, Roma
info: bsr.ac.uk