Una rapida inversione di rotta rispetto alla precedente scelta di accettare immagini create con l’IA nella categoria creativa Open Format. Eppure oggi si cambiano le carte in tavola: la World Press Photo Foundation ha aggiornato le regole di partecipazione al concorso per escludere le immagini generate dall’IA. Il cambiamento di rotta è avvenuto dopo le dure critiche ricevuta da parte dei fotogiornalisti e degli esperti di settore, secondo cui l’ammissione di immagini create dalla “macchina” contraddice i valori fondamentali del settore e costituirebbe un pericoloso precedente.
Le nuove regole specificano che gli artisti non possono iscrivere immagini generate dall’intelligenza artificiale in nessuna categoria del concorso: gli strumenti di editing dell’intelligenza artificiale, come quelli che forniscono regolazioni automatiche, sono accettati esclusivamente per la post-produzione di immagini create con “fotocamere ottiche”. Gli strumenti che introducono nuove informazioni, come il riempimento generativo di Adobe Photoshop o alcuni software come quelli di Topaz AI per il miglioramento della risoluzione attraverso l’AI generativa, rimangono quindi vietati.
Da diverso tempo la World Press Photo Foundation sta provando a stabilire chiari standard etici per la fotografia nell’era dell’IA, per assicurare che il fotogiornalismo continui a fornire una rappresentazione accurata di ciò che percepiamo collettivamente come realtà, con una chiara e netta distinzione dall’arte generata dall’IA. Le nuove linee guida sono particolarmente importanti in quanto gli strumenti e i miglioramenti dell’intelligenza artificiale si stanno sempre più diffondendo nel software delle fotocamere, in particolare negli smartphone, come i recenti Pixel 8 e Pixel 8 Pro di Google.
I nuovi dispositivi di Google sono stati oggetto di critiche a causa delle funzioni basate sull’intelligenza artificiale che rendono estremamente facile distorcere o modificare una foto cambiando l’espressione del soggetto (ad esempio aggiungendo un sorriso a un volto triste) o eliminando rapidamente persone o oggetti da una scena. Secondo i più comuni standard fotogiornalistici, questo tipo di alterazione non sarebbe accettabile nemmeno se eseguita manualmente con i tradizionali programmi di fotoritocco. Il World Press Photo ha da tempo una regola specifica in merito, secondo la quale «il contenuto di una fotografia non deve essere alterato aggiungendo, riordinando, invertendo, distorcendo o rimuovendo persone e/o oggetti dall’inquadratura. Ci sono due eccezioni: il ritaglio che rimuove i dettagli estranei è consentito; la rimozione della polvere del sensore o dei graffi sulle scansioni dei negativi è consentita».
A marzo 2023, il noto concorso di fotografia Sony World Photography Awards aveva ricevuto parecchie critiche proprio dopo che una foto generata con l’IA dall’artista berlinese Boris Eldagsen era stata scelta come vincitrice per la categoria Open. Il Sony World Photography, difatti, Award premia spesso foto in cui la componente creativa è preponderante. Sono quindi ammesse immagini posate, ritoccate e processate. In quel caso l’operazione era stata costruita ad arte da Eldagsen per mettere in luce i rischi dell’IA generativa di ultima generazione, e in particolare mostrare come queste immagini possano ingannare anche i giudici dei concorsi più importanti.
Nel giorno della premiazione, Eldagsen ha pubblicato un comunicato sul suo sito in cui ringrazia l’organizzazione per aver selezionato l’immagine, ma rifiuta il premio: “Grazie per aver selezionato la mia immagine e per aver reso questo momento storico, in quanto è la prima immagine generata dall’intelligenza artificiale a vincere in un prestigioso concorso internazionale di fotografia. Quanti di voi sapevano o sospettavano che fosse stata generata dall’intelligenza artificiale? C’è qualcosa che non quadra, vero? Le immagini generate dall’intelligenza artificiale e la fotografia non dovrebbero competere tra loro in un premio come questo. Sono entità diverse. L’intelligenza artificiale non è fotografia. Pertanto non accetterò il premio”.
La vicenda del Sony Award e le novità inserite nel concorso del World Press Photo vanno senz’altro ad alimentare un dibattito ancora irrisolto, posto dallo stesso Eldagsen: “L’ombrello della fotografia è abbastanza grande da invitare le immagini AI a entrare o sarebbe un errore? Spero di contribuire ad accelerare questo dibattito”.