Un padiglione tutto rosa spunta a Berlino ma è solo realtà aumentata

Il New Float Museum è apparso nell'area dove sorgerà il nuovo museo firmato Herzog & de Meuron

A Berlino, nella landa desolata di fronte alla iconica Neue Nationalgalerie, è in atto la dispendiosa realizzazione del nuovo museo per l’arte del XX secolo a firma Herzog & de Meuron. Da qualche settimana però è apparso un maxi padiglione rosa a occupare quel territorio.

In occasione della sesta edizione di The Wrong Biennale, l’esposizione d’arte digitale visitabile online da tutto il mondo, è apparso infatti il padiglione New Float, uno spazio totalmente digitale, visitabile online, a cui fa pendant un edificio visibile in augmented reality, sovrapponibile al gigantesco cantiere che ormai domina il difficile spazio tra Kulturforum e Potsdamer Platz.

Augmented Reality: New Float Museum, esterno

Una scelta assolutamente consapevole e programmatica, come spiega Manuel Rossner, curatore del padiglione berlinese: «L’obiettivo di New Float è riflettere sulla cultura digitale e colmare il divario tra spazio online e offline. Con il nostro edificio interamente digitale accanto alla Neue Nationalgalerie di Berlino, invitiamo i visitatori in una nuova realtà tra l’edificio e l’ambiente codificato».

L’iniziativa di New Float si colloca come un interessante ibrido di due correnti: «Dopo un picco di interesse per l’arte digitale durante il lockdown e l’attenzione della stampa, per lo più di natura speculativa, l’attenzione si concentra ora sulle qualità effettive del mezzo e su ciò che può dirci su noi stessi e sulle nostre comunità in tempi incerti»,afferma Rossner. «Se da un lato New Float nasce nel 2022 come ‘museo virtuale’, nel tentativo di rispondere all’urgente necessità di un museo per l’arte digitale e gli Nft a Berlino, dall’altro è riuscito a dare eco e continuità alla comunità di artisti digitali pre-Nft Craze, ospitando all’interno del suo spazio digitale nomi estremamente conosciuti nel mondo della net art come Simon Denny, Sofia Privet, Rafaël Rozendaal, Kim Asendorf e Casey Reas».

In occasione di questa edizione di The Wrong Biennale, Rossner ha quindi temporaneamente adibito il suo museo virtuale a padiglione digitale, aprendo una nuova stanza, dedicata alla mostra Deep Fried Feels del collettivo Clusterduck. L’opera transmediale è la prima preview di un progetto sviluppato durante la loro residenza presso Fondazione Paul Thorel, che inaugurerà questo Marzo a Gallerie d’Italia a Napoli per poi diffondersi tra varie istituzioni e musei, ed “elabora il trauma della perdita di informazioni nel mondo delle infrastrutture complesse”. Come afferma Rossner, “l’incredibile risultato è quello di mostrare, intensificare e allo stesso tempo contestualizzare i fenomeni online che sono troppo veloci e nebulosi per essere individuati.” Dietro immagini ipersature e figure buffe Clusterduck nasconde domande tragicamente urgenti: «come comunicare, e soprattutto come collaborare nell’era della post verità, della propaganda, dei deepfake e della totale confusione di estetiche e linguaggi simbolici?»

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