Roma, Riad o Busan? Oggi è l’ultima giornata per convincere gli indecisi, poiché il 28 novembre, nel Palais des Congrès di Issy- les-Moulineaux, ad appena una decina di chilometri dal centro di Parigi, si decideranno le sorti dell’ Expo 2030 e, quindi, anche quelle di Roma.
Alle 13:30 prenderà il via la kermesse, con un’ultima possibilità per le tre candidate di lanciare appelli ai delegati, mentre alle 17 è previsto l’annuncio ufficiale della città vincitrice: sarà scelta la città che conquisterà fin dal primo turno una maggioranza di due terzi, pari a circa 120 voti.
Il sindaco, Roberto Gualtieri, arriverà al Palais des Congrès d’Issy in mattinata per l’ultima presentazione del progetto «People and territories» (lo slide show durerà una ventina di minuti per ciascuna delle candidate), poi i delegati procederanno alle operazioni di voto in modalità elettronica.
Roma può contare sui voti di Stati Uniti, Brasile, Slovenia, Haiti e una buona parte di Paesi africani. Ha incassato anche il supporto dell’Unione Europea. Ma non della Francia, legata a Riad. Almeno al primo turno. Al ballottaggio, obiettivo della Capitale, può cambiare tutto.
Se Busan vuole principalmente investire in tecnologia e automotive, la strategia di Riad ha puntato invece sulle maxi sponsorizzazioni e su investimenti faraonici in energia, trasporti, logistica, sostenibilità, cultura e innovazione. Roma, con il suo progetto di candidatura vuole invece indicare un modo nuovo di promuovere la convivenza urbana, superando la tradizionale separazione tra centro e periferia, proponendo il tema “Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione”.