La debolezza di Artissima, una fiera che in fondo non gode di ottima salute

Guardando i dati pre-covid, è chiaro che Artissima non si è ancora ripresa. E gli eventi collaterali non fanno che aggravare la sua salute

Puntuali, arrivano a chiusura di Artissima i primi bilanci entusiasti sulla fiera: 34.000 visitatori e oltre 1.600 nuovi collezionisti da tutto il mondo, 850 giornalisti, 11 premi, e così via. Numeri positivi tutto sommato, soprattutto considerando gli ultimi due anni post-pandemia. Il che dimostra che c’è una ripresa. Ma cosa succede se si vanno a vedere le partecipazioni precedenti?

Come fa notare il Corriere della Sera di Torino in un articolo pubblicato questa mattina, nel 2019 Artissima aveva addirittura strappato 55mila biglietti, un trend piuttosto costante dal 2016. Un dato che fa quindi accendere un campanello d’allarme sulla salute di una fiera che pare ancora lontana dalla stabilità e che tenta disperatamente di recuperare la gloria passata nel nome di un futuro ancora troppo incerto.

Come già anticipato nell’articolo uscito su Inside Art in apertura della fiera, l’arma principale utilizzata per riposizionare Artissima al centro del mercato nazionale di riferimento dedicato all’arte contemporanea è quella di proporre al visitatore un panel di appuntamenti, premi ed eventi collaterali interminabili in modo da inviare un messaggio di benessere e di vitalità che in alcuni casi non fa altro che aggravare l’immagine della fiera stessa, stancando e proiettando un’immagine di iper-attività innecessaria al fine primo di un evento fieristico.

Ad aggravare lo stato di salute della manifestazione, la crescita delle altre fiere organizzate parallelamente in città, come Flashback e The Others, che hanno fatto parlare di sé in questi giorni e che sono riuscite a canalizzare il pubblico diversificato di curiosi, esperti e insoddisfatti. Anche questo un dato positivo? Beh, sì, ma forse non per Artissima.

Se è vero che l’effetto-sbronza da Art Week è piuttosto frequente ormai anche in altre città come Bologna (dove la crescita degli eventi off di qualità è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni) va anche detto che Arte Fiera offre al pubblico bolognese e ai collezionisti una proposta sostanzialmente differente rispetto a tutto il resto, trattandosi di una fiera in cui, per quanto con aperture sempre più evidenti, ancora il moderno la fa da padrone rispetto al contemporaneo.

Artissima si potrebbe invece trovare nell’arco di un paio d’anni, se non fa attenzione, schiacciata dalle proposte alternative e penalizzata da offerte più invitanti rispetto al solito caos fieristico, in mezzo al quale, tranne rari casi, i comuni mortali non possono permettersi nulla, nemmeno i panini del bar.