La mostra di Liz Magor alla Fondazione Giuliani è un viaggio avvincente nel rapporto con il mondo materiale che ci circonda. L’artista canadese, con una carriera artistica di oltre quarant’anni, si è specializzata nella scultura, ma la sua opera va ben oltre il mero processo di modellazione di oggetti. L’artista ci conduce in una dimensione in cui la nozione di tempo si intreccia con la materia evocando desiderio e nostalgia. Le opere di Magor esplorano il nostro costante rapporto con le cose nella sua complessità. Lavorando con oggetti comuni di uso quotidiano, cui non si presta attenzione, l’artista utilizza diverse tecniche scultoree per donargli in forme nuove, a metà strada tra la natura morta e il perturbante. Oggetti come coperte, vestiti rovinati dagli agenti atmosferici e giocattoli abbandonati suscitano emozioni che vanno ben al di là ed anzi prescindono dal loro uso e della loro funzione originaria.
Il lavoro di Liz Magor si svela come una riflessione sulla nostra incessante ricerca di nuovi oggetti e nuove esperienze. In ogni sala della mostra, gli oggetti sono presentati in modo straordinario ed avulso dal loro contesto originale; in tal modo, essi diventano un mezzo espressivo, come una tela su cui Magor dipinge raccontandoci nuove storie e narrazioni. Questo processo crea emozioni inaspettate e spesso contrastanti. Con un gusto estetico che si muove tra il macabro e il provocatorio, l’artista ci conduce verso territori emozionali di dipendenza e paura. L’allestimento della mostra, semplice e quasi spoglio, conferisce alle opere d’arte la possibilità di occupare uno spazio minimalista e di colpire profondamente gli spettatori. La loro presenza, insieme alla loro espressività, crea un’esperienza coinvolgente che fa riflettere sulla nostra relazione con il mondo materiale che ci circonda.
La mostra di Liz Magor alla Fondazione Giuliani è un’opportunità per riflettere sui significati più reconditi che si nascondono nell’ordinario, ovvero in ciò che costantemente ci circonda. L’artista ci sfida a guardare al di là dell’apparenza degli oggetti e della loro funzione immediata, e a esplorare il mondo ricco di significati che gli stessi possono evocare. In un’epoca dominata dall’effimero e dal superficiale, Magor ci offre l’opportunità di soffermarci sul valore estetico degli oggetti e sulle storie che essi possono raccontare.
La mostra, in definitiva, è un invito a esplorare il mondo sotto la superficie delle cose, lasciandoci emozionare e, talvolta, anche turbare da porzioni di realtà alle quali, normalmente, non prestiamo alcuna attenzione.