Tra paesaggi testuali e psicologici. Sabine Moritz in mostra da Gagosian

Dal 22 settembre all’11 novembre, Gagosian presenta “August”, la nuova mostra di Sabine Moritz, per la prima volta in Italia

Per la sua prima mostra in Italia, Sabine Moritz sceglie Gagosian. Lo spazio romano, articolandosi in un ampio ovale – annunciato da una prima sala – e in un ambiente conclusivo più intimo, segue con precisione l’andamento di August. È proprio nell’ovale che la mostra, aperta al pubblico dal 22 settembre all’11 novembre, scopre la sua esplosione con le tele di grandi dimensioni, per poi raccogliersi negli ultimi dipinti su carta e su litografia presentati nella seconda sala.

In linea con lo stile astratto che Moritz ha iniziato ad esplorare dal 2015, i dipinti in esposizione si configurano come «paesaggi psicologici», in quanto sfruttano la percezione per affrontare i temi del ricordo e della storia, abbandonando in questo modo una narrazione tradizionale. Ed è in questa prospettiva di retrocessione sensoriale che si iscrive l’assenza di schizzi preliminari, ma soprattutto uno stile pittorico irruento, caratterizzato da contrasti cromatici tra pennellate fitte e stratificate, spesso applicate con un impasto denso, infine raschiato. Ne risulta un conflitto cromatico e formale che esprime una libertà visiva, ed è questa a farsi motivo delle opere, in cui il contrasto, ad uno sguardo complessivo, finisce poi per trasformarsi in dialogo.

Eppure Sabine Moritz, prima di esplorare tecniche e approcci del genere, ha avuto esordi molto diversi. A fronte di motivi ricorrenti in tutta la sua produzione, Moritz nei suoi lavori meno recenti ha fatto uso di immagini documentali destrutturate, inserite un processo di interpretazione del proprio ambiente di provenienza – la Germania Est – e dei paesaggi naturali. Se l’immaginario di riferimento può presentare degli elementi di continuità, c’è quindi un evidente cambio di rotta sul piano stilistico e formale. Moritz, virando verso una pittura più percettiva, enfatizza l’aspetto narrativo dei dipinti attraverso la scelta ricorrente di un formato orizzontale ampio, come accade in vari esemplari di August.

La mostra, con una organizzazione in serie dei lavori, riflette in ognuna di esse su temi riconducibili a uno primigenio, ed è la transizione. D’altronde, la tematica emerge fin dalla prima tela: Actaeon’s End (2023). Il dipinto, oltre a essere una più immediata espressione di nostalgia verso un idillio perduto con l’allusione al mito di Artemide e Atteone interpretato dal pennello di Tiziano, è in primo luogo un rimando a un’esposizione precedente. È una pratica che Moritz propone di consueto, quella di iniziare una mostra alludendo alla precedente, evidenziandone l’aspetto della transizione, che in questo caso appare ancor più centrale. Nella prima sala si iniziano a tessere le fila della narrazione, in particolare con i due lavori della serie An die Parzen, F. Hölderlin, per poi incorrere nella brusca interruzione dell’ovale. Qui, infatti, sono esposti quattro tra i più ampi dipinti realizzati dall’artista, della serie Ferragosto, e gli altrettanti di August.

L’esplosione contenuta nell’ovale – in cui le serie di dipinti iniziano e si concludono – può forse spiegarsi con l’intimità diametralmente opposta dell’ultima sala, in cui si alternano opere afferenti a due sole serie: The three sisters e An die Parzen, F. Hölderlin. Nella prima, la transizione appare sotto forma di metamorfosi, con un chiaro riferimento ovidiano, mentre nella seconda si definisce di certo come morte, ma il riferimento all’ode di Friedrich Hölderlin consente di andare oltre. Il testo, il cui titolo in traduzione è Alle Parche, è un inno alla poesia, e canta il timore della morte – e quindi della transizione – senza essersene appropriati almeno per un giorno. Il poeta chiede quindi al destino di concedergli un’estate e un autunno per maturare il proprio canto, potendo così morire appagato.

E così, August appare come un momento di elaborazione prima di un passaggio. Con la ripetizione delle serie, tutte le opere sembrano convergere verso l’ovale, in cui il virtuosismo dei dipinti sembra essere una celebrazione del momento che precede la transizione: quello dell’approssimazione alla Poesia.

Sabine Moritz

August

22 settembre – 11 novembre 2023

Gagosian – Via Francesco Crispi 16, Roma

Info: www.gagosian.com

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