La Quadriennale riapre i battenti: Quayola, Pugliese e Manzoni ospiti a Palazzo Braschi

Dopo la pausa estiva torna la Quadriennale con una nuova riflessione sul concetto di Primitivo nella natura e nella società

Suona la campanella anche per la Quadriennale che ritorna ad attivare il suo palinsesto espositivo nella sede romana di Palazzo Braschi. Il nuovo episodio della serie di mostre Paesaggio e Portfolio, inaugurato venerdì 22 settembre è oggi a disposizione del pubblico. La proposta dell’Istituto per questo settembre si muove sui temi, tanto gettonati quanto bisognosi di un lucido approfondimento, inerenti il cambio di paradigma nel rapporto tra uomo e mondo naturale. La doppia esposizione chiama in causa il lavoro di Edoardo Manzoni – vincitore nel 2021 del premio speciale del Talent Prize – assieme a quelli di Quayola e Roberto Pugliese. 

Quotidiana – Paesaggio, Primitivo. Roberto Pugliese, Quayola, a cura di Valentino Catricalà, Museo di Roma, 23/09 – 19/11/2023, veduta della mostra, courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, foto Carlo Romano

Un nuovo primitivo

Le due sale di Palazzo Braschi riorganizzate dalla Quadriennale raccolgono una serie di interventi che vogliamo indurre lo spettatore a osservare il nuovo stadio evolutivo di un binomio inscindibile: l’essere umano e la natura, elementi intrecciati tra loro, inquilini di un pianeta che è oggi testimone degli effetti della loro perpetua contesa del primato del controllo dell’uno sull’altra. Proprio a propositi di primato, ci si ricollega facilmente al testo critico che alla mostra viene affiancato: lo scritto firmato da Valentino Catricalà, dal titolo Primitivo, parte proprio dal tentativo di fare una sintesi della storia di questa contrapposizione, osservando in particolare come nelle ultime decadi in questo campo ci si sia imbattuti in un radicale rimescolamento di carte. La globalizzazione ha infatti fatto emergere numerose variazioni di prospettiva rispetto a quella prodotta dalla cultura occidentale, patriarcale e razzista: «Oggi le cose sono cambiate; nonostante sia ancora utilizzato in modo offensivo (“sei un primitivo!”), la nostra idea di primitivo è mutata, spesso rivalutando filosofie non occidentali, modi di vita antichi, animismi, come il “tempo del sogno” degli aborigeni australiani, sciamanesimi, come quello dei buriati. – scrive l’autore – Più che religioni, sono modi di essere che stanno scomparendo e della cui importanza solamente negli ultimi anni ci rendiamo conto. Non a caso proprio oggi tale importanza riemerge, in un contesto mutato, caratterizzato da crisi economiche e ambientali e da una visione deviata dell’Occidente».

L’arte, la natura e la tecnologia 

Il concetto di primitivo assume quindi il ruolo di alterego all’innovazione, una faccia della stessa medaglia che non deve essere intesa però come ostacolo al progresso, piuttosto come un sentiero alternativo. La tecnologia espressa come strumento di imposizione dell’uomo sulle altre specie vede mutare il suo ruolo: emerge un aspetto meditativo della macchina, un atteggiamento pacifico e funzionale alla connessione di mondi apparentemente contrastanti ma che invece la nuova modernità punta a far collidere senza impatto, affinché viaggino all’unisono verso un comune futuro. 

Incarna questa idea neo-positivista il dialogo tra Quayola e Roberto Pugliese. Il digitale e il suono artificiale si vanno a fondere con la primordiale natura per dare luogo a nuove combinazioni che ci portano a ripensare il nostro modo di vedere e interpretare la realtà. Nel video presentato da Quayola osserviamo il suo tentativo di sintetizzare, come nel resto della sua ricerca, forze distanti ma in costante frizione. La natura si trasforma in una pittura digitale in movimento. L’esperire questo nuovo paesaggio non è certo un tentativo di emulare la sublime connessione che c’è tra il genere umano e gli ecosistemi che vive, il vero nucleo di questa sperimentazione risiede nel tentativo di generare una nuova interazione tra due mondi attraverso l’ingresso in uno stato meditativo indotto proprio dalla riproduzione di suoni e colori di origine naturale. Lo stesso tentativo di riavvicinamento emotivo lo si rintraccia in Roberto Pugliese che proprio il suo lungo confronto con le potenzialità della sound art presenta un’opera/ dispositivo che invita all’incontro, non solo visivo ma anche tattile. Il lavoro Concerto per natura morta variante (2022) nasce proprio per avviare un viaggio esperienziale completo: lo spettatore viene invitato a stringere tra le braccia il tronco di un albero ormai morto e forato ma sul quale sono applicati speciali casse che tramutano l’elemento naturale in una cassa armonica efficiente. Le vibrazioni pervadono lo spazio della Quadriennale e danno luogo a un inedito stato di convivenza tra l’uomo e l’albero. 

Preda o predatore

Nella sezione Portfolio il protagonista è però Edoardo Manzoni, il giovane artista di Crema che alla riflessione attivata nella sala antistante risponde con la presentazione di un gruppo di due opere di recente realizzazione. La ricerca dell’artista è da sempre votata alla traduzione dell’ambiente rurale da cui proviene la sua esperienza biografica in un nuovo vocabolario artistico di forte matrice concettuale. Anche il lavoro di Manzoni porta alla luce la conflittualità tra il genere umano e la natura, oltre a questo però riesce anche impreziosire la sua funzione mostrando l’importanza di una nuova sciamanica empatia nei confronti della diversità. Il conflitto e l’attrazione che intervengono come abbiamo detto nel rapporto tra uomo natura, nella ricerca di Manzoni trovano manifestazione concreta. Partendo proprio dallo scandaglio della relazione tra animale e essere umano, l’artista si riferisce in particolare all’attività del cacciare. Primitivo e animalesco sono concetti chiave nell’equazione che Manzoni si pone l’obiettivo di sciogliere. Proprio il reversibile ruolo di preda e predatore che i due soggetti in questione interpretano è il motore di un a tratti ingannevole, a tratti onesto rapporto allo stesso tempo erotico, quanto irrimediabilmente legato alla dimensione della morte. Eros e thanatos si intrecciano, logica e irrazionalità evaporano nella loro rispettiva ambiguità. Il Primitivo torna e ci ammonisce in quanto siamo stati forse troppo lenti a porci i giusti interrogativi nella ridefinizione del ruolo della natura umana sulla terra. 

Info: quadriennalediroma.org

Quayola e Roberto Pugliese, Paesaggio, Primitivo, a cura di Valentino Catricalà.
Quadriennale Museo di Roma, Palazzo Braschi.
23 settembre – 19 novembre 2023

Edoardo Manzoni, Portfolio 
Quadriennale, Museo di Roma, Palazzo Braschi.
23 settembre – 15 ottobre 2023

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