Sisma in Marocco: i primi bilanci sui danni al patrimonio culturale

Il violento terremoto registrato in Marocco nei giorni scorsi devasta il Paese, danneggiando gravemente molti tra i più importanti siti culturali

La stima dei danni è drammatica. Il violento terremoto che ha colpito il Marocco nella notte dell’8 settembre ha causato perdite immense nel Paese del Nordafrica. Con una prima scossa di magnitudo 6.8 – e con altre registrate nei giorni seguenti di minore intensità – il Marocco ha dovuto fare i conti con alto numero di vittime e feriti, ora giunto rispettivamente a 2.862 e 2.562.

Trascorsi i primi giorni dall’evento sismico, durante i quali molte nazioni si sono mobilitate per offrire aiuti, si iniziano a valutare i danni al patrimonio culturale, che secondo una stima iniziale appaiono particolarmente corposi. Sebbene la priorità in questo frangente delicato sia la tutela delle vite umane, sembrano già evidenti le spinte verso una fase di ricostruzione. Se ne fa propulsore il direttore regionale dell’ufficio Unesco per il Maghreb, Eric Falt, che sollecita fin da subito l’approntamento di un piano ricostruttivo, relativo in particolare alle scuole e ai siti culturali.

La sola localizzazione dell’epicentro del sisma può dare conto dei conseguenti danneggiamenti al patrimonio culturale del Paese. Questo è stato infatti individuato a soli settanta chilometri a sud-ovest – e a una profondità di circa 18 – da Marrakech, a sua volta perno di un notevole patrimonio culturale materiale e immateriale. La città, fondata nell’XI secolo dalla dinastia berbera degli Almoravidi, ha difatti dominato nel corso del tempo l’area circostante economicamente e culturalmente, tanto da influenzare il contesto musulmano dell’intero Nordafrica e di regioni come l’Andalusia.

Marrakech, trovandosi così prossima all’epicentro, ha chiaramente subito delle perdite molto consistenti sul piano del patrimonio culturale. In esso primeggia la medina medievale della città, classificata come patrimonio mondiale dell’Unesco nel 1985 e nel 2009 come patrimonio culturale immateriale. Ed è proprio questo sito ad aver subito dei danni ingenti, come notificato dallo stesso Falt in una visita compiuta appena il giorno successivo al sisma.

Tra gli altri luoghi di notevole importanza culturale, in particolare ascrivibili al periodo degli almoravidi, figurano la Kasbah, una cinta di mura che comprende ulteriori siti, e la moschea della Koutoubia, il cui minareto sembra aver subito diversi danni. Accanto a questi siti più antichi, occorre menzionare il Palazzo Bandiâ, le Tombe Saadiane, la Piazza Jaama el Fna, in cui la moschea Kharbouch vede il proprio minareto quasi del tutto distrutto. Ma il luogo più colpito della città è il quartiere ebraico – Mellah –, la cui storiche abitazioni presentano danni molto gravi.

Ancora da un punto di vista culturale, ad essere severamente colpita è la provincia di Al Haouz, vero e proprio epicentro del sisma. Ed è qui che si trova uno dei più importanti simboli del Paese: la moschea di Tinmal, situata sulle montagne dell’Alto Atlante e dichiarata nel 1995 Patrimonio mondiale dell’Unesco. La violenza del terremoto sembra aver quasi interamente distrutto il sito, causando di conseguenza una perdita culturale di prim’ordine, sia materiale che immateriale, per il Marocco. E nel frattempo continuano a emergere notizie su altri siti distrutti o gravemente danneggiati, come lo Ksar di Aït Ben Haddou, una città fortificata situata sulla via carovaniera tra il Sahara e Marrakech.

Una situazione, insomma, in continua definizione. D’altronde, trascorsi così pochi giorni dall’evento che ha devastato il Paese, risulta complesso avere un quadro chiaro. Ma è certo che la stima dei danni, in termini di vite umane e di patrimonio culturale, è destinata drammaticamente ad aumentare.

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