Pescare nella palude del misterioso. Nico Vascellari presenta MELMA al Forte Belvedere

Un grande e ambizioso progetto espositivo della durata di un anno che interesserà l'intero centro storico della città di Firenze

Il 23 giugno è stata presentata Melma al Forte Belvedere di Firenze, una mostra di Nico Vascellari a cura di Sergio Risaliti, direttore del Museo del Novecento, promossa dal Comune di Firenze e organizzata da Mus.e. L’esposizione, a ingresso gratuito, sarà aperta al pubblico fino all’8 ottobre 2023.

Quella al Forte Belvedere è la prima tappa di un progetto che durerà un anno e che vedrà protagonisti molti luoghi importanti della città di Firenze come Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio e Museo del Novecento. A partire da ottobre, mese in cui avrà inizio la seconda parte del progetto, questi luoghi ospiteranno una serie di opere, tra cui un’installazione site-specific ideata dall’artista per il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, che terranno conto del particolare rapporto tra Rinascimento e contemporaneità, ma anche del ruolo politico che rivestono questi luoghi storici. Per il Forte Belvedere l’artista ha progettato opere inedite realizzate con media diversi, come sculture, video, collage, installazioni e suono. Si tratta di un progetto espositivo ambizioso e unico per estensione temporale e spaziale, è la prima volta che infatti il Forte Belvedere viene occupato interamente, sia nei suoi spazi interni che esterni, da un artista italiano della generazione di Nico Vascellari.

All’esterno del Forte sono presenti per lo più opere scultoree e video installazioni. Nove sculture in alluminio della serie Horse Power, incentrate sulla volontà dell’artista di trovare un connubio tra forza umana, animale e meccanica, sono esposte sui bastioni e nel giardino.

Due opere video, Fossil of experience e Horse power si trovano all’interno delle “cannoniere”; sulla palazzina è presente invece l’opera Falena, in dialogo con il grande orologio della facciata. Ciò che accomuna tutti questi lavori è la centralità della figura animale e l’ibridazione a cui essi sono soggetti. Le sale interne sono occupate da oltre trenta opere che si concentrano sulla relazione tra uomo e natura, tra morte e rigenerazione ma soprattutto tra animale, inteso come qualcosa di primordiale e istintivo, e spirituale. Troviamo lavori come MooN, in cui il tema dell’ibridazione serve per riflettere sul rapporto tra sessualità e moralità ingabbiante, o l’opera Maelstrom of evil, in cui i tratti di un lupo sfregiato si completano con quelli dell’osservatore tramite la superficie specchiante del bronzo.

La melma, di cui parla il titolo della mostra, diventa quindi un materiale plastico da cui scaturiscono forme mostruose, ma pur sempre vitali e per questo da non intendersi come negative. Sono al contrario forme simbolo della liberazione di quelle pulsioni che l’uomo tende a reprimere e a nascondere. Vascellari parla così del titolo scelto per la mostra: «Ho sempre parlato dell’arte come una pesca a mani nude nel fango, dove è possibile trovare ciò che non conosci ma che tenti di riconoscere. La melma richiama per ognuno di noi qualcosa di pasticciato, paludoso, magmatico e “merdoso” ma rimanda anche ad alcune mitologie per le quali tanto la foschia quanto la melma sono portali che permettono l’accesso al magico e al misterioso».

Nico Vascellari, Melma
a cura di Sergio Risaliti
fino all’8 ottobre
Forte Belvedere – via San Leonardo 1 – Firenze

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