Palazzo Reale propone, per la prima volta in Italia e in collaborazione con Arthemisia e Studio Erlich, una mostra monografica che ripercorre la ormai trentennale carriera artistica di Leandro Erlich, costellata da esposizioni a Tokyo, Shanghai, Buenos Aires, Pechino, Miami, solo per citarne alcune.
Lungo il percorso espositivo il pubblico è chiamato a interagire attivamente con le numerose installazioni esposte, attivandole e diventando esso stesso parte integrante dell’opera: esempio emblematico di questa caratteristica dell’arte di Erlich è senz’altro Bâtiment (2004), la grande installazione fatta collocare nel cortile interno di Palazzo Reale e costituita dalla finta facciata di un palazzo stesa per terra, di fronte a un grande specchio parzialmente inclinato, sulla quale i visitatori possono farsi fotografare mentre fingono di arrampicarsi su grondaie e davanzali.
La produzione artistica di Erlich, infatti, ruota attorno alla creazione di elaborate installazioni che cercano di mettere ironicamente in discussione la nostra comune percezione della realtà e l’interpretazione che diamo di essa, ingannando gli occhi e la mente e rinegoziando radicalmente le tradizionali categorie di spazio e di tempo.
La parola chiave per descrivere Oltre la soglia potrebbe allora essere “illusione”, illusione che viene resa da Erlich soprattutto servendosi di due elementi ricorrenti: lo schermo e lo specchio. Per quanto riguarda il primo, opere come Elevator Pitch, Window Captive Reflection, Subway, The View, El Avión o Global Express, offrono uno spunto di riflessione sul modo in cui le tecnologie mediali abbiano contribuito a modificare il nostro approccio alla realtà, confondendo interno ed esterno, passato e presente, realtà e finzione. Global Express (2011), solo per citare un esempio, è il finestrino di un treno costituito da uno schermo sul quale vediamo scorrere gli skyline di Tokyo, Parigi, New York, come se fossero un unico grande panorama che fa da sfondo al “treno globale” del titolo. Tuttavia, non solo luoghi diversi e lontani si fondono nello spazio mediale dello schermo ma anche tempi differenti: infatti, non ci è dato sapere quando Erlich abbia realizzato le riprese per quest’opera (magari in momenti distanti tra loro, magari in un ordine diverso da quello poi scelto per assemblare il video finale), nella quale linearità e continuità temporale suggerite dalle immagini che scorrono di fronte a noi divengono mera illusione.
Il secondo elemento – lo specchio – è il fulcro di un altro gruppo di installazioni presenti nella mostra milanese, tra cui Ascensore, Lost Garden, Changing Rooms, Infinite Staircase, Classroom (oltre al già citato Bâtiment). Lungi dal riflettere semplicemente la realtà, in queste opere lo specchio ha invece il compito di confondere e disorientare lo spettatore: Changing Rooms (2008), in particolare, sfrutta la presenza (o l’assenza) degli specchi per creare un dedalo di camerini in cui lo spazio viene riflesso e amplificato al punto da impedire alle persone di trovare l’uscita senza rischiare di urtare contro uno specchio o contro qualche altro sbigottito visitatore.
Tutto il percorso della mostra dunque si configura come un incontro con l’insolito: un insolito che parte dalla nostra quotidianità (il finestrino di un treno, il camerino di un negozio di abbigliamento, un ascensore, una rampa di scale) ma che ci porta a varcarne la soglia (la stessa che dà il titolo alla mostra) per entrare in un universo parallelo fatto di stupore e meraviglia.
Leandro Erlich, Oltre la soglia
a cura di Francesco Stocchi
fino al 4 ottobre 2023
Palazzo Reale – Piazza Duomo 12, Milano