Seicento anni di mecenatismo e Antinori ancora di promuove come una delle realtà più attente e audaci nella promozione dell’arte e della cultura. I marchesi toscani infatti, oltre a poter vantare l’eccellenza più autentica nella produzione vitivinicola da più di venti generazioni , continuano a nutrire la loro propensione verso la bellezza e la creatività. Con grande efficacia, la storia della famiglia fiorentina viene da sempre affidata alla grande cultura, trovando la chiave per un racconto che attraversa la storia dell’arte del nostro paese – ne è autorevole testimonianza la scelta di affidare nel ‘500 a Giovanni della Robbia e alla sua bottega la realizzazione dello stemma ufficiale della casata.

Antinori Art Project, la tradizione si rinnova
Dal 2014 la Collezione Antinori viene supervisionata e curata da Ilaria Bonacossa, curatrice recentemente incaricata del ruolo di direttrice del MAD, il nuovo museo milanese interamente dedicato all’arte digitale. Bonacossa, subentrata nel ruolo sostituendo Chiara Parisi che ne è stata responsabile nel biennio 2012/2013, è oggi la guida dell’Antinori art project. Il progetto culturale attivato dalla famiglia 10 anni fa prende piede proprio dalla lunga tradizione famigliare precedentemente descritta, riattivando la stessa filosofia mecenatistica anche alle arti visive contemporanee. Commenta così la curatrice: «Di che arte ha bisogno questo spazio? È uno spazio operativo, vivo. L’idea era trovare dei lavori che sapessero raccontare l’idea di tempo che qui si respira. Le installazioni realizzate per Antinori sono permanenti ma soggette alla variazione del contesto che le circonda. L’obiettivo a cui miriamo è quello di sedurre un pubblico trasversale, spesso non abituato al linguaggio dell’arte contemporanea, e che quindi siano in grado di comunicare con tutti».



La Ragazza del West
La passione mecenatistica degli Antinori, mai spenta nel tempo, si tocca con mano nella mirabolante struttura nata sulle colline del Chianti Classico, un forziere architettonico in cui oggi convivono la tradizione degli antichi maestri vinattieri e la collezione d’arte della famiglia che oggi si impreziosisce di una nuova acquisizione: dopo un lungo stop dovuto alla pandemia del 2020 e un temporaneo arresto dell’attività di promozione del patrimonio, Antinori chiama Elisabetta Benassi. La commissione richiesta all’artista romana si aggiunge alla preziosa serie di opere realizzate da artisti internazionali tra cui Jorge Peres e Thomas Saraceno, attualmente visibili al pubblico nella tenuta poco fuori Firenze, nel cuore del Chianti classico.

L’operazione che Benassi sceglie di mettere in campo per l’occasione, dal titolo La fanciulla del West, si lega a una ricerca avviata già alcuni anni addietro, che vede l’artista impegnata nella collezione documenti telegrafici, lettere provenienti da tempi diversi e lontani. Espediente efficace nella riattivazione storica, peculiare oggetto di interesse dell’artista romana che da sempre si concentra nella potenza comunicativa dell’interconnessione tra passato e presente.
Narrazioni simboliche si intrecciano assieme a richiami socioculturali che in questo specifico intervento si raccolgono nella storia famigliare degli Antinori. Spiega Elisabetta Benassi: «Quello realizzato per Antinori è l’ultimo della serie di telegrammi che da anni fanno parte del mio lavoro. Lìi ho raccolti e selezionati per le loro particolarità. Negli archivi Antinori ho rintracciato un telegramma che si muove come una macchina del tempo, un ponte tra momenti differenti, il presente e il passato. Il telegramma si è trasformato in questo lavoro, un oggetto comunitario, un tappeto su cui esplorare e connettere mondi distanti.»



L’artista rovista tra le rimembranze famigliari, riporta alla luce un documento prezioso, una testimonianza dell’Italia che fu e del ruolo protagonista degli Antinori nell’ambiente culturale dell’epoca. Il telegramma che infatti viene riprodotto in forma di tappeto viene inviato da Giacomo Puccini al Marchese Piero Antinori. È Piero Antinori, omonimo di suo nonno protagonista della vicenda, a commentare l’episodio: «l’amicizia con Giacomo Puccini derivava dall’amore per la natura e per la caccia. Un legame duraturo accompagnato ovviamente da quello per la musica e l’opera lirica. Mio nonno Piero Antinori andò a New York dove vide una commedia intitolata “the girl of the golden west”. Di ritorno dall’America, passando per Parigi, si incontra proprio con Puccini. Lui consigliò di vederla e da questo Puccini prese ispirazione per la sua Fanciulla del west. Quando l’opera venne messa in scena arrivo a mio nonno questo telegramma che testimonia il grande successo che l’opera ebbe durante la sua prima.»
L’arte come modello di crescita comunitaria, generatrice di bellezza e consapevolezza, veicolo di tradizione e innovazione al tempo stesso. La Collezione dei marchesi fiorentini cresce e sperimenta le sue funzionalità, si arricchisce per poter trasmettere sempre di più e a un pubblico sempre più ampio i valori che la famiglia sente suoi. L’arte ancora una volta è la soluzione più efficace per comunicare identità e visione e Antinori dimostra ancora una volta di saperne riconoscere le alitosi me potenzialità.
Info: www.antinorichianticlassico.it
Cantina Antinori nel Chianti Classico
Via Cassia per Siena, 133
Localitа Bargino 50026 San Casciano in Val di Pesa, Firenze