Addio a Paolo Di Paolo, il fotografo molisano che immortalò Pier Paolo Pasolini e Anna Magnani

Dall'incarico per Il Mondo alla decisione di abbandonare la fotografia. Il suo archivio è stato riscoperto più tardi dalla figlia Silvia

Si è spento a 98 anni il fotografo molisano Paolo Di Paolo, da tempo risiedeva a Larino. Per complicazioni era stato portato all’ospedale San Timoteo di Termoli, dove è deceduto questa mattina, 12 giugno. La figlia, Silvia, ne ha dato l’annuncio. 

Celebre per i reportage e i ritratti di personaggi famosi con cui aveva stretto amicizia: da Pier Paolo Pasolini ad Anna Magnani, Oriana Fallaci, Luchino Visconti.

Nato nel 1925 a Larino in Molise, nel 1939 si trasferisce a Roma per conseguire la maturità classica. Nell’immediato dopoguerra si iscrive alla facoltà di filosofia dell’Università La Sapienza, dove è allievo di Guido De Ruggiero e compagno di studi, oltre che fraterno amico, di Lucio Colletti.

Tra la metà degli anni quaranta e i primi anni cinquanta frequenta gli ambienti artistici di Roma entrando in contatto il Gruppo Forma 1 con figure di primo piano quali Mario Mafai, Carla Accardi e Mimmo Rotella, decidendo di sviluppare attraverso il mezzo fotografico il proprio interesse per le arti figurative. Nel frattempo lavora nell’editoria e nel 1953 viene nominato capo redattore della rivista Viaggi Cit. Le tourisme en Italie.

Nel 1954 inizia a collaborare con il settimanale culturale Il Mondo, dove Di Paolo diventa uno dei principali collaboratori, vantando il maggior numero di scatti apparsi sulla testata. Sua è, inoltre, la prima fotografia firmata apparsa sul giornale e anche l’ultima pubblicata sul numero di chiusura. Tra il 1954 e il 1956 allarga le collaborazioni alla Settimana Incom Illustrata, il settimanale il Tempo.

Nel decennio che va dalla metà degli anni cinquanta alla metà degli anni sessanta realizza alcuni importanti reportage su personalità d’élite: fotografa l’ex sovrano italiano, Umberto II oppure Anna Magnani nella sua villa al Circeo.

Si cimenta inoltre in importanti inchieste sociologiche, come La lunga strada di sabbia, del 1959, sulle abitudini degli italiani in vacanza, firmata con Pier Paolo Pasolini.

Nel 1966 chiude Il Mondo. Di Paolo decide di smettere la professione di fotografo free-lance e ritorna così ai suoi studi filosofici e di ricerca storica, mentre il suo archivio fotografico composto da migliaia di immagini, finirà in cantina. Negli anni novanta il suo archivio di 250.000 scatti è stato riscoperto dalla figlia Silvia. Da allora l’enorme materiale è stato catalogato e curato.

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