Contestare il contesto. Una mostra tripartita al Contemporary Cluster

Tre curatori lavorano unanimemente sulla nozione di contesto, mettendo in dialogo le diversità della sperimentazione artistica contemporanea

L’estate di Contemporary Cluster comincia con una triplice collettiva. Curata rispettivamente da Davide Silvioli, Niccolò Giacomazzi e Davide Mannocchi, Contestabile, è apparentemente una mostra unica ma costituita prevedendo un notevole grado di diversità interna. L’esposizione, a cura di Davide Silvioli, Niccolò Giacomazzi e Davide Mannocchi, presenta al pubblico le opere di artiste e artisti emergenti e mid-career, differenti per soluzioni e linguaggi, suddivisi rispettivamente in tre gruppi: Alessia Armeni, Genuardi/Ruta, Monica Mazzone, Mattia Sugamiele; Dario Carratta, Flavio Orlando, Wang Yu Xiang e Valerio D’Angelo, Davide Serpetti.

Dopo la scelta corale di lavorare unanimemente sulla nozione di contesto, ciascun curatore ha sviluppato il proprio percorso espositivo in totale autonomia, all’interno di una delle tre sale che strutturano la galleria, individuando le personalità che meglio rispondessero alla soggettività della traduzione critica che ciascuno ha dato di questo termine.

«Nel suo rievocare un’opposizione – scrive Davide Silvioli – Contestabile pone l’accento sul rapporto transitivo, non privo di antagonismi, che sussiste proprio tra artista e contesto, quindi sull’attrito tra creazione e ispirazione, qualificando l’opera d’arte come sintesi di queste due variabili sì in contrasto ma non in contraddizione, che, perciò, giungono a contaminarsi, persino a confliggere, per poi fondersi e mai per annullarsi. Ogni lavoro incluso è l’esito di una pratica artistica che dimostra un grado di sensibilità significativo verso riferimenti del proprio contesto tanto precisi quanto diversificati, tuttavia diluiti nella mimesis dell’opera d’arte, al punto da venire ora quasi rinnegati e ora enfatizzati». 

«L’idea di un’esposizione collettiva tripartita – spiega Mannocchi – prende piede dall’assioma secondo cui un’unica cornice, già contenitore di esperienze e funzionalità differenti che ne hanno determinato la storia, diviene spettro attraverso il quale la luce filtra di volta in volta in maniera inedita. Lo scontro e l’incontro sono motori potenti che nell’arte determinano inevitabilmente la propagazione di idee. Proprio attraverso questa energia si punta a generare una contesa. Guardando compiaciuti la deflagrazione del concetto di verità assoluta, proclamando il dibattito come unico sentiero percorribile per arrivare a scorgere l’ombra di una propria personale convinzione, ci si muove contro l’indubitabile certezza. La penetrabilità delle idee è la linfa che le tiene in vita, l’incognita rappresenta l’unica forma di libertà».

Alludendo per etimologia sia all’azione di contestare che rimandando per assonanza a contesto, il progetto pone in rilievo la diversità di visioni che si articolano in mostra, dove convivono punti di vista dissimili, talvolta anche opposti e contrastanti, ma che, in tutti i casi, rappresentano esempi coerenti di come la sperimentazione artistica contemporanea si stia confrontando con il proprio contesto, su qualsiasi scala.

«Lavorare su un contesto vuol dire intervenire su una determinata comunità e imporre il proprio operato come punto di riferimento per le altre. Seppure è evidente che ogni ambito d’azione sia diverso, certi modelli possono essere replicati e adattati a seconda delle necessità. Attraverso un’intuizione improvvisa e una sensibilità permeata dal dato immaginifico – scrive Giacomazzi – è possibile cogliere le occasioni poetiche che nascono da uno specifico contesto e, di conseguenza, tramutarle in una visione. Come uno squarcio su una parete, l’intervento artistico si insinua nel nostro tempo, talvolta ponendosi da collante altre come punto di rottura di due universi con sfumature apparentemente opposte: artificiale e naturale, emotivo e razionale, pubblico e privato. Un’esposizione questa che dichiara di voler ragionare su un determinato argomento, declinato e interpretato da diverse personalità, lasciando aperta la possibilità di una contestazione da parte di chi ne fruisce, che può decidere se schierarsi verso una frazione o l’altra, o abbandonarsi sospeso in una terra indeterminata».

Accompagna la mostra un catalogo edito da NFC Edizioni, con testi, fotografie dell’allestimento e apparati informativi sulle artiste e sugli artisti compresi, che verrà presentato al termine del periodo dell’esposizione.

Contestabile
7 giugno – 12 luglio
Alessia Armeni, Genuardi/Ruta, Monica Mazzone, Mattia Sugamiele  
a cura di Davide Silvioli
Dario Carratta, Flavio Orlando, Wang Yuxiang
a cura di Niccolò Giacomazzi
Valerio D’Angelo, Davide Serpetti
a cura di Davide Maria Mannocchi