Carole Feuermann attraversa l’oceano e approda nelle acque partenopee

Il gioco iperealistico di Feuermann invade lo spazio di Made in Cloister: acqua e meditazione "attraversano il mare"

A Napoli Made in Cloister inaugura la mostra Crossing the sea di una tra le artiste fondatrici della corrente iperrealista americana, Carole Feuermann. È proprio a New York che verso la fine degli anni Sessanta, l’artista inizia il suo percorso al fianco di altre artiste come Duane Hanson e John De Andrea che con lei hanno fondato la corrente iperrealista. Spesso l’artista racconta della poca simpatia ricevuta dagli artisti della Pop Art i quali non hanno sempre visto di buon occhio l’iperrealismo perché troppo vicino all’umano e al sentimentale.

Carole Feuerman, exhibition view, 2023, Made in Cloister, Napoli. Photo Francesco Squeglia

Carole Feuermann ha però continuato il suo lavoro affermandosi nel corso degli anni, passando dall’essere illustratrice per il “New York Times” sotto un altro nome e poi artista riconosciuta. La stessa Feuermann parla con passione delle sue protagoniste le quali sono spesso nuotatrici spiegando che è per lei essenziale avere a che fare con un tema complesso come quello dell’acqua. Un’acqua che porta gioia, ricordi, spensieratezza ma spesso anche morte, perdita, tristezza. Si riferisce ovviamente alla questione migratoria che diventa, appunto, il tema centrale di molte delle sue opere. Nella mostra, curata da Demetrio Paparoni, sono esposti anche disegni e foto fatti dalla stessa artista e che appunto raffigurano imbarcazioni o sbarchi.

Un altro dei temi riportati dall’artista è quello della meditazione il quale nasconde il suo stesso entusiasmo per la vita e desiderio di pace personale e non solo. Dopo uno sguardo attento e ravvicinato alle opere, stupisce la capacità dell’artista di rendere la dinamicità dei corpi che fa presupporre un attento studio del corpo umano che viene riproposto nelle opere quasi ispirandosi alle statue classiche irrealisticamente curve e armoniose ma anche della leggerezza e pesantezza dell’acqua che scorre sui corpi, e che riporta quasi alla mente il poeta francese Francis Ponge, oltre che gli incredibili e talvolta ingannevoli, proprio perché realistici, dettagli.

È, insomma, davvero interessante confrontarsi con l’arte in generale ma lo è, soprattutto, quando questa sembra ingannarci al punto da illuderci di essere fatta della nostra stessa materia. In un periodo storico di passaggio in cui intelligenze senza corpi o con corpi bionici sono materia di studio e preoccupazione, Feuermann sottrae la coscienza restituendo al corpo in movimento il suo significato e viaggiando al contrario rispetto al presente. Non ci è dato sapere se l’iperrealismo arriverà a creare effettivamente opere d’arte iperrealistiche in movimento avvicinandosi alla scienza e alla tecnologia ma sta di fatto che Feuermann sembra dirigersi, pur inconsapevolmente, in quella direzione.

Carole Feuerman, exhibition view, 2023, Made in Cloister, Napoli. Photo Francesco Squeglia

Carole Feuermann, Crossing the sea
a cura di Demetrio Paparoni
fino al 16 settembre
Made in Cloister – Piazza Enrico De Nicola, 48 Napoli.