Ridurre l’IVA significa riconoscere l’arte come agente economico. L’intervista a Franco Broccardi

Buone notizie per l'esperto in economia della cultura e consulente fiscale per Federculture: «si pongono le basi per un serio investimento»

Il Governo intende recepire la direttiva Ue per la riduzione dell’IVA ma sono ancora tanti i dubbi e ambiguità sul tema fiscale. Ecco cosa ne pensano gli esperti del settore

Tra i tanti incarichi che ricopre, Franco Broccardi è consulente e revisore di musei, teatri, gallerie d’arte, fondazioni, festival e associazioni culturali. Già nel 2021, per conto dell’ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, si era attivato in prima persona nella stesura delle proposte presentate al governo. Allora al Ministero c’era Dario Franceschini e dietro l’angolo aleggiava ancora lo spettro della pandemia. La richiesta del mondo dell’arte, tuttavia, era sostanzialmente la stessa che oggi viene gridata a gran voce dai professionisti del settore: l’attuazione di manovre e interventi sul piano fiscale tra cui, appunto, la riduzione dell’aliquota Iva. «Ricordo bene – afferma Broccardi – le proposte presentate del 2021 che avevo personalmente scritto per conto dell’associazione già qualche anno prima e che sono state presentate in più edizioni. Non differiscono sostanzialmente da quelle portate quest’anno all’attenzione dell’ufficio legislativo del MiC tramite Federculture e fatte proprie dal Ministero che le ha inserite nella delega al governo per la riforma fiscale. Il fattore di novità in questo caso è stata la modifica delle direttive europee in materia di IVA che ha finalmente offerto una occasione di rilancio e accettazione delle proposte portando a un ripensamento delle priorità in materia».

Quindi ben venga l’intenzione di recepire la direttiva dell’Ue, operando, con l’occasione, una  revisione delle aliquote IVA in relazione alle opere d’arte, come annunciato del Sottosegretario Sgarbi di qualche settimana fa.
«Buona notizia, ovviamente, soprattutto perché questo significa riconoscere l’importanza del mondo dell’arte, come agente economico oltre che culturale e, di conseguenza, porre le basi per un serio investimento in quello che al momento è un settore solo potenzialmente importante per l’economia nazionale. Applicare una aliquota agevolata, inoltre, porta in dote una maggiore fruibilità dei beni, maggiori scambi, maggiore attrattività di un mercato che si muove all’interno di un sistema globale e che ha orizzonti che travalicano i confini nazionali. Una imposizione più bassa, inoltre, favorirà l’eliminazione di quelle zone d’ombra che hanno spesso caratterizzato il mercato italiano rendendolo più limpido e, di conseguenza, più efficiente».

Christian Jankowski, Everyday Tasks, Sphere of the Gods, 2019

Quindi non crede che i rischi di una speculazione possano aumentare con una manovra del genere.
«Bisogna aver ben chiaro che i rischi di speculazione c’erano e ci saranno ancora, indipendentemente delle aliquote. Quello dell’arte è un settore sempre più oggetto di operazioni che poco hanno a che fare con il valore culturale. La normativa antiriciclaggio ha posto un freno alle manovre illegali ma certamente non ha potuto eliminare fenomeni speculativi che hanno una dimensione globale più che locale. La finanziariarizzazione dell’arte è una deriva che se da un lato alimenta il mercato rendendolo più rilevante dall’altro lo droga e ne snatura le corrette dinamiche sia in termini di valore culturale che di mercato».

Gli effetti della direttiva Ue potrebbero incidere in modo decisivo sugli equilibri internazionali. Quali dinamiche interessanti potrebbero delinearsi?
«Alla luce delle dichiarazioni sulle modifiche dell’impianto IVA in relazione alle operazioni aventi oggetto opere d’arte si eliminerà il vantaggio competitivo che la Francia ha ben sfruttato negli ultimi anni, e ciò potrebbe portare a una rivoluzione degli equilibri del mercato. Altrettanto certamente le tempistiche sono sempre importanti e pensarci prima, come era stato suggerito, sarebbe stato opportuno per sfruttare le opportunità derivanti dalla Brexit e ampliare la nostra quota di mercato con un vantaggio anche per l’erario».

Vale la pena comunque di ricordare che nel frattempo la Corte di Cassazione ha emanato un’ordinanza interpretativa della normativa vigente, operando una differenziazione tra le diverse categorie di acquirenti – collezionista, mercante e speculatore occasionale – e applicando una diversificazione anche sul loro regime fiscale. Può essere questa la giusta strada per una maggiore trasparenza per le operazioni commerciali nel mondo dell’arte? Oltre la distinzione proposta dalla Cassazione cos’altro sarebbe opportuno fare?
«Rendendo chiara nella propria ordinanza questa distinzione, la Cassazione, in realtà, ha semplicemente certificato una situazione nota e molto italiana. Assenza di tassazione nelle transazioni tra privati e assenza di una regolamentazione delle fattispecie sono fatti che combinati assieme risultano deleteri per il mercato che si trova in casa una concorrenza sleale di mercanti che, fingendosi privati utilizzano indebitamente il vantaggio fiscale a danno degli operatori qualificati, e che porta all’insorgere di contenziosi tributari causati da una incertezza normativa che ha come effetto collaterale il rallentamento delle operazioni e la voglia di fare affari nel settore. Meglio quindi introdurre norme semplici e verificabili che garantiscano l’esenzione ai veri collezionisti e tassino, magari in misura decrescente in funzione del passare del tempo, gli speculatori senza lasciare dubbi interpretativi».

Franco Broccardi è dottore commercialista, esperto in economia della cultura, arts management e gestione e organizzazione aziendale è consulente e revisore di musei, teatri, gallerie d’arte, fondazioni, festival e associazioni culturali. È coordinatore della commissione di studio di Economia della Cultura presso la Fondazione dei Dottori Commercialisti del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, consulente fiscale per Federculture, membro della commissione tecnica a supporto del consiglio direttivo di ICOM Italia – International Council of Museums, consulente di ALES spa, società partecipata del MiC, per le tematiche economiche, fiscali e amministrative in materia di sviluppo dei rapporti pubblico-privati e valorizzazione del patrimonio, di  ADEI – Associazione Degli Editori Indipendenti e di Assobenefit per cui coordina anche il comitato di gestione della Academy.

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