Nina Carini, visioni appena prima di scomparire

Un percorso in sei tappe nell’opera di Carini: sei installazioni e un catalogo d’eccezione per esplorare il rapporto tra reale e immateriale

All’interno della Basilica di San Celso a Milano, inaugura il 7 marzo, Aperçues, personale dell’artista Nina Carini a cura di Angela Madesani e Rischa Paterlini. Realizzato con il patrocinio di Regione Lombardia e del Municipio 1 | Comune di Milano, il progetto espositivo riprende già nel titolo la parola francese aperçues (visioni, scorci), che l’artista incontra per la prima volta nelle pagine dell’omonimo volume di Georges Didi-Huberman: «Definisco “aperçue” quando ciò che mi appare lascia, prima di scomparire, qualcosa come la scia di una domanda, un ricordo o un desiderio. […] Vedere, dunque: vedere poco prima della scomparsa dell’essere da vedere, l’essere appena visto, intravisto, già perduto. Ma già amato, portatore di domande, e quindi di una sorta di chiamata».

L’allestimento s’ispira all’idea di una visione percepita appena prima di svanire, costruendo un itinerario a tappe all’interno della Basilica composto da sei installazioni, concepite per generare interstizi, passaggi, aperture. La prima opera che accoglie il visitatore fin dagli spazi esterni è l’installazione sonora Le cose in pericolo (A,B,C,D,E…) , realizzata con testi tratti da Glossopetrae di Simona Menicocci e in collaborazione con i bambini dell’Istituto Armando Diaz e dell’Istituto Antonio Scarpa di Milano. Per proseguire con Venere Bugiarda 3023, installazione ripensata per l’occasione e posta in dialogo con gli spazi architettonici che la accolgono. «La ricerca di Nina Carini – racconta Rischa Paterlini – è in continuo sviluppo processuale e oggi trova particolare affondo nella performance e nella scultura. È proprio sotto il segno della sperimentazione con un materiale come la pietra che Carini nel 2020, invitata dal collezionista Enzo Nembrini, realizza la sua prima opera scultorea site specific: Venere Bugiarda. Un’installazione dove due astri dialogano tra loro e che in occasione della mostra viene ripensata chiedendo al fruitore di riflettere sul tema della bellezza scoprendo anche la sofferenza della stessa che presto svanirà. Le opere di Nina Carini sono sempre create e pensate per essere vissute dall’osservatore in totale armonia con il luogo e con i materiali che caratterizzano gli spazi che le circondano. Non fa eccezione la Basilica di San Celso, luogo sacro costruito prima del 1000 per volere dell’Arcivescovo di Milano Landolfo II, affidata ai monaci benedettini e le cui trasformazioni nei secoli hanno rappresentato la storia della città di Milano».

Nina Carini, Aperçues, 2023, installation view at Basilica di San Celso, Milano
Courtesy l’artista. Photo Lorenzo Palmieri

In un continuo scambio tra materia e spiritualità, la mostra restituisce uno scarto verticale in
prossimità dell’altare, che accoglie l’opera realizzata nel corso della residenza presso Fonderia
Battaglia, Mani come rami che toccano cielo, per poi estendersi sino all’opera Senza Voce, che scruta
il passaggio del visitatore dalla sua posizione all’interno del confessionale. «Il tempo – spiega la curatrice Angela Madesani – la vulnerabilità dell’esistenza e dei fenomeni sono al centro della ricerca dell’artista: il “per sempre” in contrasto con la precarietà del tutto sono una chiave di lettura delle opere, appositamente realizzate da Carini per la sua prima personale nel capoluogo lombardo. Si sviluppa qui un dialogo eloquente tra la materia e il linguaggio, tra la teoria e la poesia».
Accompagna la mostra un libro concepito come un vero e proprio progetto d’artista, curato da Angela
Madesani e Rischa Paterlini e arricchito da un testo del filosofo Davide Dal Sasso. Il volume, pubblicato
da Allemandi Editore, ripercorre la ricerca di Nina Carini attraverso testi e immagini, con un particolare
approfondimento dedicato ad Aperçues.

Nina Carini, Mani come rami che toccano cielo, 2023
installazione realizzata in occasione della mostra Aperçues. Courtesy l’artista. Photo Lorenzo Palmieri

Nina Carini, Aperçues
a cura di Angela Madesani e Rischa Paterlini
7 marzo – 15 aprile
Basilica di San Celso – Corso Italia 37, Milano

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