Gli NFT entrano nella collezione permanente del Centre Pompidou

Sono entrati nella collezione diciotto progetti di tredici artisti francesi e internazionali, tra cui i pionieri Claude Closky e Fred Forest

Il Centre Pompidou è la prima istituzione francese dedicata all’arte moderna e contemporanea ad acquisire opere che trattano il rapporto tra blockchain e creazione artistica, tra cui i suoi primi NFT. In totale, sono entrati nella collezione diciotto progetti di tredici artisti francesi e internazionali. Provenienti da diverse pratiche e culture come la criptoarte, le arti visive o i nuovi media, queste opere riflettono la ricchezza delle forme di creazione artistica legate alla blockchain. A curare la collezione Marcella Lista e Philippe Bettinelli, che si occupano anche della collezione di video, suoni e nuovi media. Secondo i due curatori l’obiettivo è quello di avviare “una riflessione singolare sull’ecosistema della cripto-economia e sul suo impatto sulle definizioni e sui contorni dell’opera d’arte, dell’autore, della collezione e del pubblico ricevente”. Decodificare un progetto di acquisizione profondamente radicato in una genealogia della smaterializzazione dell’opera d’arte. Tra i tredici artisti selezionati per questo ambizioso progetto di acquisizione ci sono i pionieri Claude Closky e Fred Forest, ma anche talenti emergenti come l’artista cinese aaajiao, i francesi Émilie Brout e Maxime Marion, e persino Larva Labs, il duo americano dietro il fenomeno “CryptoPunks”, che ha reso popolare il principio stesso delle NFT tra il grande pubblico.

« Hand-Hacked Bouquet 1 », de Jill Magid est la première œuvre de la série « Out-Game Flowers »,
qui inaugure l’intérêt de l’artiste américaine pour la technologie NFT.
© Jill Magid