I cavalli del Tennessee, un tributo alla scoperta di sé e alla conquista delle proprie libertà

Sullo sfondo opprimente e afoso di una città alla fine dell’estate, due coppie sperimentano le difficoltà di vivere o iniziare una relazione

«L’idea è nata in modo spontaneo: avevo voglia di impegnarmi in un progetto a lungo termine e ho chiesto a Giada: “Ma perché non mi scrivi qualcosa?”. Siamo quasi partite dal titolo, un’immagine metaforica che ci ha ispirate poi nello sviluppo della storia». Così Giulia Pex, illustratrice nata e cresciuta nella provincia di Varese che – insieme all’illustratrice erotica e copywriter Giada Duino(nata a Legnano nel 1994) – firma il graphic novel I cavalli del Tennessee (Edizioni Bd, cartonato, 144 pagine a colori, 18 euro). Continua la seconda: «Era un periodo in cui dovevo iniziare un corso di scrittura creativa, direi anche un momento prolifico per la mia scrittura. Così quando Giulia mi ha parlato dell’idea e di quella frase – che solo per metà sta nel titolo – ho pensato che dovevo assolutamente farlo». In merito al racconto, come riporta la nota della casa editrice milanese fondata nel 2005, «sullo sfondo opprimente e afoso di una città alla fine dell’estate, due coppie sperimentano le difficoltà di vivere o iniziare una relazione». 

Si tratta di Adria e Mat, rispettivamente studentessa di biologia marina e aspirante musicista. Entrambi patiscono una relazione paludata e routinaria, che ne arresta qualsivoglia progetto, e dal quale lei tenta una via di fuga. E poi ci sono Tommaso e Roberto, tutti e due amici di Adria, legati dal grande amore per i cani e che, proprio grazie a loro, cominciano ad avvicinarsi. Una narrazione sentimentale e intensa quella messa nero su bianco da Pex (classe 1992, collabora come illustratrice con il Corriere della Sera e Mondadori) e Duino (qui al suo esordio alla sceneggiatura). Un lavoro a quattro mani, nel corso del quale non sono mancanti i momenti di difficoltà. «Ce ne sono stati tanti – precisa Pex (quattro anni fa ha realizzato il suo primo graphic novel, Khalat, per Hoppípolla edizioni) – ma il vantaggio di essere in due è stato spronarsi a vicenda e combattere insicurezza e blocco creativo. La lavorazione è risultata assai corale, ciò ha contribuito a dare più coerenza al lavoro finale, un po’ come se ci fossimo “fuse” in una sola persona». 

Completamente d’accordo Duino: «Essere in due ti aiuta a uscire dalla bolla che crea la tua mente e a farti vedere le cose con una prospettiva diversa. Per me, ad esempio, conoscere la sensibilità del lavoro di Giulia ha fatto sì che la scrittura delle scene venisse naturale». Una scrittura, quella di Giada (nel 2018 si specializza in copywriting e storytelling), «che al momento è tanto introspettiva. Cerco spesso di unire asciuttezza e realismo al mondo onirico, ma dietro si nascondono di certo molte riflessioni personali e intime». E per quanto concerne la parte illustrata? «La tecnica che uso è manuale – replica Giulia –, acquerello e grafite su carta. Sono affezionata a questi due media tradizionali, ma anche consapevole che non siano la soluzione più pratica e veloce. Per ora solo lavorando in questo modo, sono riuscita a rendere al meglio le atmosfere e il mood che ricerco quando disegno». 

E in merito ai riscontri su I cavalli del Tennessee, le autrici ammettono di averne già ricevuto di numerosi e positivi. «Questo volume non veicola un messaggio specifico – spiega Duino – , però la consapevolezza di sé stessi, delle persone e relazioni che abbiamo nella nostra vita e il tema del cambiamento tracciano un fil rouge». Parole a cui fanno eco quelle di Pex: «Le persone tendono ad empatizzare molto bene con la storia e si ritrovano in questo o quel personaggio, alla fine le cose più personali sono anche le più universali. Credo che quando un libro sembra parlare a te, o di te, sia la cosa più bella che può capitare. E io e Giada aspiravamo a un risultato simile».

Info: www.edizionibd.it

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