Stria, una discesa negli abissi della mente umana

Una vicenda lugubre che in questo graphic novel è anche un tributo all’infanzia e ai suoi giochi all’aria aperta, quando l’estate non finiva mai

Correva l’anno 2007 quando, all’interno della collana Bonelli “Romanzi a fumetti” – in principio concepiti per uscire a cadenza annuale, dal n. 11 la testata diventò mensile – veniva dato alle stampe Gli occhi e il buio, lavoro scritto e disegnato da Gigi Simeoni (curatore anche del soggetto, dice di sé stesso: «Da piccolo volevo diventare Zorro, ma scoprii presto che il ruolo era già più che degnamente occupato. Così convertii la mia fissazione per l’avventura, sostituii la matita alla spada e decisi che sarei stato un fumettista») che, ambientato in una luccicante Milano di inizio Novecento, racconta la quotidianità di un pittore d’avanguardia che, dopo la funesta dipartita della fidanzata, scopre – o pensa di scoprire – una nuova fonte d’ispirazione per la sua arte. Con gli esiti di questo mutamento che lo coinvolgeranno nel profondo fino a trasformarlo in una belva sanguinaria. Quattro anni dopo il fumettista classe 1967 firmò Stria, sempre come autore unico e ancora per la casa editrice di via Buonarroti, che presenta al lettore una spaventosa vicenda in bilico tra amicizia, gelosie ed efferatezza. 

Ancora più inteso da affrontare in una nuova versione cartonata, il volume (Sergio Bonelli editore, 312 pagine in bianco e nero, 25 euro) – completamente rivisto dall’autore bresciano, ammirato anche per le sue storie di Dylan Dog e Nathan Never, senza dimenticare l’incursione nell’universo di Tex Willer, datata 2015, con il color Tex n. 8 “La banda Hogan” – apre ai più oscuri incubi che affliggono l’animo umano, schiudendo delle vere e proprie voragini in cui alberga, mai sopito, quell’intimo e disperato senso di colpa impossibile da arginare. Nel dialetto delle valli lombarde, dove è ambientato, “Stria” significa “strega”: nessun altro titolo avrebbe potuto meglio racchiudere una vicenda lugubre, che in questo graphic novel è anche un tributo all’infanzia e ai suoi giochi all’aria aperta, quando l’estate non finiva mai («Era il tempo delle biciclette, dei furti nei campi di pannocchie, Delle estati infinite, dei ghiaccioli e delle gite», prendendo in prestito le parole del brano “Kant vs. Dylan Dog» di Area765)

«Horribilia in profundis, dentibus infrendunt, expectant te»: l’adolescenza di Fabio, fotoreporter di guerra (“tu resti qui e non ti muovi, italiano là fuori è pieno di ribelli armati, è troppo pericoloso”), e Chiara, hostess a rischio licenziamento (“stamattina i dirigenti della compagnia hanno confermato le previsioni: vogliono fare duemila tagli al personale”) cela invece un segreto custodito nei meandri della memoria. I due si incontrano casualmente dopo trent’anni, a bordo di un volo che riporta il fotografo in Italia. Quando erano poco più che bambini entrambi avevano condiviso le vacanze, poi tragicamente spezzate da un fatto che solo la madre di Fabio sarà in grado di ricostruire (“quel giorno è impossibile da dimenticare”), e una seduta di ipnosi regressiva riuscirà a comprendere (“si sfoghi liberamente, qui nessuno la giudicherà”). 

Una vicenda che, una volta divenuti adulti, è pronta a ripalesarsi: dopo decenni di dimenticanza è giunto il tempo di guardare negli occhi la “stria”, un’orribile strega (“i bambini, quando la vedevano, la prendevano a sassate e sputi”) che tanti anni prima aveva lanciato un anatema contro i suoi concittadini (“che siate tutti maledetti”) ma, soprattutto, aveva risucchiato Alfredo, il compagno di giochi di Fabio e Chiara, nel suo covo: la “pocia negra”. Così, per scoprire da dove hanno origine i costanti incubi della hostess, lei e Fabio dovranno mettersi in viaggio e combattere i propri demoni.
Chiuso da un intervento (“Brucia, strega, brucia”) di Gianmaria Contro, curatore, scrittore e sceneggiatore, Stria è un graphic novel che fa leva su un racconto scorrevole e ben congeniato, da leggere (e ammirare, considerato la bellezza delle tavole, contraddistinte da un tratto nitido e delicato) tutto d’un fiato. Un thriller ambientato in Italia in cui Simeoni – che nel 2021 ha pubblicato con Newton Compton editori il romanzo I lupi di Hitler (da cui è tratto il fumetto Bonelli La corsa del lupo) – rievoca titoli di narrativa come IT e Stand by me (Stagioni diverse) di Stephen King. Così le parole maestro del terrore calzano a pennello: «I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali. Vivono dentro di noi e, a volte, vincono».

Info: www.sergiobonelli.it

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