«Ho sentito che c’era un problema per le donne in questa società. Ho capito che ero l’ultimo anello di una catena e quindi mi sono messa a studiare». Queste le parole dell’artista Veronica Bisesti dette nel suo studio dopo aver passeggiato insieme tra le opere della mostra Di fulmini, dame e altre storie, le quali mettono in atto un incessante e esclusivo dialogo tra l’artista Mathelda Balatresi e la stessa Bisesti. La mostra è il primo frutto del progetto Materia Studios nato dalle menti e dalle intenzioni di LET, il Laboratorio di Esplorazioni Transdisciplinari del Museo Madre, in cui giovani artiste e artisti collaborano con i/le grandi artisti/e che hanno fatto la storia dell’arte contemporanea, affondando appieno le mani nelle loro opere e dandone una nuova, diversa e personale visione.
Esattamente ciò che hanno fatto Veronica Bisesti e Mathelda Balatresi, ormai collegate da una profonda e riflessiva visione d’insieme. La sensazione, durante e dopo la mostra, è quella di sentirsi comprese, di vedersi doppiamente rappresentate sia nelle opere dell’una che dell’altra artista che con un fare paziente, fiabesco ma allo stesso tempo ancorato alla storia e alla quotidianità trasmettono idealmente a chi visita tutta la “catena” di cui parlava Veronica Bisesti.
Lo fanno attraverso l’idea di inserire la figura quattrocentesca di Christine de Pizan, attraverso stemmi araldici e simboli che sovvertono le leggi del patriarcato, dee con fulmini e saette dal repertorio balatresiano ed elementi della natura e della cultura femminile i quali diventano strumenti di misura e prove di un’evoluzione che avviene soprattutto grazie a tutto ciò che ha a che fare con la cultura.
Una mostra in cui c’è spazio per chiunque, così come accade nei grandi libri in cui tra una riga e l’altra, e così qui tra un’opera e l’altra, c’è lo spazio per chi osserva di sentirsi parte di un percorso storico e culturale. Improvvisamente non sono più importanti i generi e le etichette in cui siamo rinchiusi ma è importante ciò che ce ne libera. Lo spazio per tutti è però non solo portatore di diritto ma anche di dovere: quello di farsi carico del divario di genere che ancora esiste e crea vittime. La mostra è quindi un luogo in cui stare ma anche un monito per tuttə coloro che dopo averla vista ritornano nel mondo e lo riempiono, anche involontariamente, di storie. Che queste storie siano di fulmini da cui prendiamo la luce per illuminare e di “dame” vive e libere di decidere per le proprie vite.
Mathelda Balatresi e Veronica Bisesti – Di fulmini, dame e altre storie
a cura di LET, Laboratorio di Esplorazioni Transdisciplinari
fino al 23 gennaio
Museo MADRE – via Luigi Settembrini, 79 Napoli