Stan Lee, luci e ombre del papà dell’universo Marvel

La storia della Marvel nella vita di un creativo e uomo d’affari amato e controverso, raccontata dalla giornalista Abraham Josephine Riesman

«Da un grande potere derivano grandi responsabilità». Frase cult citata in Spider Man, calza a pennello sull’uomo che è stato, prima di tutto, il padre di numerosi supereroi della Marvel, a capo della casa editrice statunitense lungo trent’anni. Il suo nome? Stan Lee (pseudonimo di Stanley Martin Lieber), naturalmente, nato a New York il 28 dicembre del 1922 e scomparso a Los Angeles nel 2018 dopo aver spento 96 candeline. Sceneggiatore, editore e produttore esecutivo, ma anche attore e redattore, ha lanciato protagonisti assoluti e indimenticabili della galassia comics, poi approdati sul grande schermo: dagli Avengers agli X-Men, da Black Panther a Thor a l’Incredibile Hulk (‹‹supereroi con superproblemi›, si riassumerà in seguito). 

Grazie al suo estro imprenditoriale, le figure sopracitate (e tante altre) hanno alimentato – e tutt’oggi alimentano – l’irrefrenabile fantasia di generazioni di lettori in ogni angolo del globo, ridisegnando non solo il mercato editoriale ma anche quello cinematografico, televisivo e videoludico degli ultimi decenni. Una figura complessa, non poco ingombrante e assai dibattuta, che è al centro della biografia scritta dalla giornalista Abraham Josephine Riesman e approdata sugli scaffali delle librerie italiane grazie a Rizzoli Lizard. Il volume Stan Lee, ovvero la storia della Marvel nella vita di un creativo e uomo d’affari amato e controverso, è una corposa lettura (brossurato, 496 pagine, 25 euro) in cui l’autrice svela il backstage di una vita fuori dall’ordinario e densa di zone d’ombra («divenne un nome e un volto riconoscibile da, letteralmente, miliardi di persone perché sosteneva di aver creato l’universo Marvel»). 

Un racconto avvincente sulla vita (e la morte) di un vero e proprio titano della cultura pop; un «uomo delle meraviglie», come è stato definito, determinante nel creare, e al contempo mettere a rischio, uno tra i più rilevanti e redditizi regni multimediali nella storia dell’entertainment: il mondo di supereroi come origine del Marvel Cinematic Universe (le cui pellicole e gli altri media condividono non solo l’ambientazione e taluni personaggi, ma anche alcuni elementi cardine della trama). Una persona estremamente bramosa, come la stessa autrice del libro – che scrive per New York magazine, Vulture, Wall Street journal, Vice e tante altre testate – esplicita in un preciso passaggio: «Il successo di Stan venne più dall’ambizione che dal talento». 

Nella biografia, infatti, viene tratteggiata una figura – tra le più rilevanti della cultura a stelle e strisce – che non aveva solo una buona dose di amici. Tutt’altro. Dietro ai suoi (innegabili) trionfi, infatti, si celano una serie di annosi conflitti con autori di rango che lo accusavano di aver sottratto idee e intuizioni: dalla controversia con Steve Ditko (scomparso anche lui nel 2018, è stato co-creatore di Spider Man nonché la mente dietro a Dottor Strange) a quella con Jack Kirby (morto nel 1994, è tra i più conosciuti autori di sempre del settore. A lui Tom Scioli ha dedicato la biografia a fumetti La vera vita del re dei comics, sempre edita da Rizzoli Lizard). E ancora, non sono mancate – da parte del nostro – iniziative fallimentari e poco cristalline come “Stan Lee Media” (società di creazione, produzione e marketing di stampo digitale fondata nel 1998) e “Pow! Entertainment” (creata con il suo socio esecutivo Gill Champion e con Arthur Lieberman), entrambe accusate di truffare i loro investitori e di spingere i dipendenti a commettere una serie di reati. Senza dimenticare i misteriosi ultimi anni della sua intensa esistenza nel corso dei quali, vedovo e solo, sarebbe stato raggirato da più personaggi che definire discutibili è riduttivo. 

Contraddistinta da un ricco inserto fotografico con scatti in bianco e nero e a colori, Stan Lee di Abraham Josephine Riesman è una biografia per nulla patinata di quei fulgidi anni. Piuttosto, ritrae il suo protagonista come una figura articolata e sfaccettata, assai distante dall’uomo sorridente che porta occhiali colorati e baffi bianchi – quasi un nonno cool – che il pubblico ha imparato a conoscere e ad apprezzare mediante i camei nei lungometraggi Marvel. Per gli appassionati del genere parliamo di una lettura imprescindibile, poiché è densa di informazioni, testimonianze e voci di corridoio (dove non mancano focus sugli aspetti inediti della sua personalità) che contribuiscono ad alimentare il mito di una persona ambigua (chi, in fondo, non lo è?), miscelando le vicende personali (dall’infanzia alla giovinezza, dalla maturità alla vecchiaia) con la storia, dalle mille sfumature – non sempre candide – della nona arte. 

Senza però sorvolare sulle sue conquiste professionali e artistiche (fu proprio grazie a lui, solo per fare un esempio, che gli autori cominciarono a declinarsi in prodotti quanto i comics, e gli appassionati presero a leggere determinati titoli non perché avevano come protagonista uno specifico personaggio, bensì perché lo scriveva o disegnava un autore in particolare). Ma, come anticipato, è un volume che ha creato anche parecchio dibattito: pubblicato negli Stati Uniti nel 2001 con il titolo “True believer: the rise and fall of Stan Lee”, ha ricevuto più di una critica da una parte di fan della Marvel, che visto vacillare il proprio microcosmo nerd ha accusato la pubblicazione di veicolare faziosità e menzogne su Lee («per molti è stato il genio della Marvel. Per altri, un affarista senza scrupoli», riporta la quarta di copertina). 

Comunque la si pensi, a questo punto è difficile non essere d’accordo con il papà di “Sandman”, Neil Gaiman. Il noto giornalista, scrittore e sceneggiatore di fumetti l’ha definita «una biografia che si legge come un giallo o un thriller». Al contempo Patton Oswalt, comico, attore, doppiatore e cantante, ha detto la sua: «Se pensate che Stan Lee sia solo quel signore che faceva buffe comparsate nei film della Marvel, preparatevi a perdervi in questa storia». Nel bene o nel male, purché se ne parli.

Info: https://rizzolilizard.rizzolilibri.it/

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