Era esposto in queste settimane al Palazzo Ducale di Genova il quadro di Pieter Paul Rubens, Cristo risorto appare alla madre, che i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno sequestrato. La mostra Rubens a Genova era stata recentemente prorogata fino al 5 febbraio 2023, fino a quando la vicenda non si è aperta a un’indagine dai contorni piuttosto seri: esportazione illecita di opere d’arte. Secondo quanto ricostruito dalla procura, infatti, il dipinto sarebbe stato fatto uscire dall’Italia con modalità irregolari e fatto arrivare a Praga. Solo una volta uscito dall’Italia come appartenente ad un generico “scuola fiamminga”, è stato riconosciuto come un autentico Rubens. Una manovra programmata, tanto che il passaggio sarebbe avvenuto quando gli autori dell’operazione erano già sicuri che sarebbe andata a buon fine.
A condurre le indagini il pm Eugenia Menichetti e dall’aggiunto Paolo D’Ovidio. Dalle ricerche è emerso che il quadro apparteneva a una famiglia genovese, i Cambiaso, che lo avrebbe venduto a 350 mila euro a un mercante, il quale lo avrebbe poi rivenduto a un privato per oltre 3 milioni di euro. Da qui l’opera è poi tornata in Italia ed esposta a Palazzo Ducale. Una vetrina espositiva che avrebbe dovuto certificare pubblicamente l’autenticità del dipinto, e che invece si è esaurita con il sequestro preventivo della sala in cui era esposto. «Piena e assoluta collaborazione tra Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio culturale – ha commentato la direttrice di Palazzo Ducale Serena Bertolucci – un’operazione condotta per un problema riguardante la proprietà dell’opera e non la sua autenticità. Il dipinto era posizionato al di fuori del percorso principale della mostra che rimane quindi visitabile senza perdere il proprio valore di testimonianza artistica di un periodo storico eccezionale per la città di Genova».
«L’attribuzione di un’opera di Rubens – sottolinea Anna Orlando, curatrice della mostra insieme a Nils Büttner – passa attraverso il vaglio degli studiosi dell’istituto di riferimento che è il Rubenianum di Anversa, la massima autorità scientifica internazionale per lo studio delle opere di Rubens. Ai curatori, uno dei quali – Büttner – è proprio il presidente del Rubenianum, il dipinto è stato sottoposto soltanto in anni recenti, a distanza di almeno 8-10 anni dalla sua vendita. Un lavoro collegiale degli studiosi di Rubens ritiene che l’opera sia eseguita su disegni di Rubens in parte dalla bottega e in parte dal Maestro, come spiega esaustivamente la scheda di catalogo, a firma di Fiona Healy».