Tempo da lupi, un’avventura per crescere insieme

Il riadattamento a fumetti del romanzo di Francesco D'Adamo pubblicato dieci anni fa, è una storia contro lupi feroci e la stramaledetta paura di tutto

Da solo, circondato dai lupi, è possibile sopravvivere grazie al sostegno di un amico immaginario e di una giovane fantasma lottatrice? È l’interrogativo che fa da cornice a Tempo da lupi, graphic novel d’esordio di Francesco D’Adamo, con Andrea Fontana alla sceneggiatura e Stefano “Ste” Tirasso ai disegni, tratto da un romanzo del primo di alcuni anni fa. Pubblicato da Il Castoro, il volume a fumetti (144 pagine a colori, 14.50 euro), narra un’avventura classica, contraddistinta da tensioni, tempeste di neve e branchi di belve selvagge. 

D’Adamo (nato a Cremona nel 1949) sviscera questa storia di formazione con al centro i giovanissimi fratelli Giovanni e Otello, ambientandola nelle nostre periferie, presso una grande industria dismessa (riporta la nota della casa editrice: «Giovanni è fragile e non si sente mai pronto. È solo, anche se ha un fratello maggiore che si occupa di lui. Ha un amico invisibile, dalla lingua tagliente e dalle orecchie a punta. Giovanni sta per vivere la sua più grande avventura, contro lupi feroci, le intemperie e soprattutto contro se stesso e la sua stramaledetta paura di tutto»). Ammettendo all’unisono che curare l’adattamento dal romanzo al graphic novel è stato naturale, senza particolari ostacoli e supportati da una grande intesa creativa, Fontana e Tirasso spiegano in che modo si sono relazionati durante la lavorazione. Comincia lo sceneggiatore: «In una prima fase, Francesco ci ha lasciato il massimo della libertà. Io, essendo autore, avevo bisogno della mia indipendenza, della libertà di scegliere cosa tenere del romanzo, cosa tagliare, quali punti approfondire. Francesco ha dato la sua massima disponibilità, intervenendo successivamente per limare, correggere i dettagli, lavorare sulle sfumature. È molto soddisfatto del risultato finale». Quindi la parola passa a Tirasso: «Non ho mai avuto occasione di sentire Francesco, ma lo interpreto come una tacita approvazione del mio lavoro». 

In merito al rapporto tra la scrittura e i disegni in Tempo da lupi, lo sceneggiatore genovese – classe 1981 – circoscrive: «Ho scelto io Stefano perché conoscevo il suo lavoro e sentivo che, a livello umano, poteva avere la sensibilità e l’approccio giusto per questa storia. Un legame, il nostro, che ha agevolato il processo creativo. “Ste” è un professionista ed è stato bravissimo a interpretare ciò che volevo per il libro. Ci sono stati momenti un po’ più complicati, ma normalissimi quando si lavora a un fumetto, sul fronte dei tempi e dell’organizzazione lavorativa». Incalza Tirasso (anch’egli genovese, classe 1991): «Questa è stata la prima volta che ho dovuto seguire una sceneggiatura altrui per un fumetto: ciò ha reso l’approccio più complicato, naturalmente, ma sono felice che l’amicizia che ci lega abbia mitigato questa difficoltà. A livello grafico, invece, una delle sfide era nel cercare di non rendere monotona una storia interamente ambientata in una fabbrica abbandonata. Lì mi sono venute in aiuto le palette cromatiche, differenti a seconda dei momenti della giornata, e le varie situazioni in cui si imbattono i protagonisti». 

Pubblicato dieci anni fa, il romanzo Tempo da lupi di D’Adamo – i cui libri sono tradotti in tutto il mondo, tra questi Storia di Iqbal (2001), divenuto un best seller internazionale nonché un film animato – è particolarmente amato sia da Fontana («mi ha convinto l’atmosfera, la sua capacità di essere così intenso, avvincente, di avere un retroterra di critica sociale. E poi i personaggi hanno una forza emozionale enorme. Ci ho visto tantissimo potenziale da esplorare e approfondire. Chi ha letto il romanzo ritroverà tutto questo, perché abbiamo lavorato per trasporre fedelmente lo spirito dei personaggi e le loro caratteristiche») sia da Tirasso («ho sempre amato le atmosfere urbane ma un po’ decadenti e desolate, e una storia ambientata in una zona industriale d’inverno era proprio quello che faceva per me»). Ed entrambi sperano che il lettore, sfogliando la trasposizione a fumetti, possano percepire tanto la fredda atmosfera in cui si muovono i fratelli Giovanni e Otello – due personaggi assai diversi tra loro in cui ognuno può rivedersi – quanto il calore creato dal loro crescente rapporto.

Info: www.editriceilcastoro.it

Articoli correlati