Repairing the present: REWILD, al MAXXI di Roma scienza, arte e tecnologia dialogano per suggerire un nuovo futuro possibile 

L’esposizione è la terza tappa del progetto Repairing the present, il progetto transnazionale che connette le realtà creative di tutta Europa e accende il dialogo sulle responsabilità e sulle possibilità civili dell’arte contemporanea

In un’epoca fluida come quella attuale la strada delle contaminazioni è quella apparentemente più adatta per trovare soluzioni innovative ai nuovi e agli antichi problemi che affliggono il nostro presente. La scienza e la creatività trovano sempre più spesso occasioni di congiungimento: basti osservare il grande progetto europeo del Green new Deal che Ursula Von Der Lyen ha avviato con entusiasmo, coinvolgendo le più alte professionalità di ciascun settore all’interno della grande famiglia dell’UE per rintracciare strategie all’avanguardia nella lotta all’inquinamento con metodi alternativi ai tradizionali.

Il modello si ripresenta con efficacia anche nel caso del progetto ospitato dal Museo MAXXI di Roma, disponibile per il pubblico dal 15 ottobre: S+T+ARTSRepairing the Present è un’iniziativa della Commissione Europea che promuove il dialogo tra scienza, tecnologia e arte per esplorare soluzioni che migliorino l’ecosistema globale, dove l’arte gioca un ruolo fondamentale per la costruzione di visioni alternative e innovatrici a prova di futuro. Un proposito alto e apparentemente complesso ma efficace per promuovere la messa in campo di collaborazioni tra differenti professionalità. 

La nuova esposizione collettiva è la seconda di tre mostre del progetto S+T+ARTS, a cura di Manuel Cirauqui, curatore al Guggenheim di Bilbao e direttore di Eina Idea Barcelona, che coniuga le ricerche di dieci differenti artisti dal background radicalmente differente. Nel loro diversificarsi però i percorsi si dimostrano in grado di aprirsi al confronto, ragionando sul tema dell’applicazione delle regole naturali più selvagge, molte della quali ancora oggetto di studio per ricercatori e scienziati, ai sistemi abitativi e sociali umani contemporanei. «Questo trittico di mostre fornisce una narrazione modulare per navigare sia nella diversità dei progetti di residenza di Repairing the Present sia nella problematica generale delle urgenze contemporanee. In condizioni antropogeniche critiche – come il riscaldamento globale e i fenomeni estremi correlati, le epidemie, la scarsità di risorse, le guerre persistenti e l’ecocidio – dobbiamo portare la nostra nozione di collaborazione oltre l’umano e recuperare, ridisegnare le tecnologie disponibili oggi e nel prossimo futuro» afferma il curatore Manuel Cirauqui.

Manuel Ciraqui. Photo Francesco Prandoni

Susi Gutsche sviluppa il progetto TRACEWASTE, un’installazione audiovisiva interattiva, un’isola dei rifiuti che, attraverso una raccolta di “big data”, rende visibili le imprevedibili e sorprendenti dinamiche nel percorso di smaltimento dei rifiuti in Italia. Olga Kisseleva, in collaborazione con Liu Bauer realizza Cities Live Like Trees, un invito a riflettere su prospettive innovative per migliorare la qualità della vita nelle città. Il lavoro tiene conto della ricerca di Leonardo da Vinci sulle strutture arborescenti. Cerca, infatti, attraverso un’importante raccolta di dati, nuovi modi per integrare gli alberi nel paesaggio urbano e mantenere viva la struttura della città. Il risultato è un’equazione riprodotta tramite pittura murale finalizzata al rinnovamento del rapportato tra esseri umani e natura.

Samira Benini Allaouat presenta GEO-LLUM, opera performativa concepita come un essere organico e in crescita, dove il ruolo dell’uomo è prendersene cura. L’artista analizza il ruolo dell’illuminazione pubblica nelle aree verdi urbane, concentrandosi sui geobatteri che hanno la capacità di creare elettricità gratuita mentre bio-bonificano il suolo contaminato. GEO-LLUM è anche inclusa nel primo programma pilota di biorisanamento nel quartiere Hort del Clot di Barcellona. One and the Care of Many di Penelope Cain è una narrazione visiva, di scienza, meraviglia e speranza attraverso il micro mondo dei licheni. Senza radici, né vegetale né animale, il lichene assorbe CO2 ed è quindi una parte importante degli ecosistemi. Il progetto riflette sui benefici di un ripopolamento di questa specie nelle città.

Samira Benini Allaouat, GEO-LLUM. Courtesy the Artist

Filip Van Dingenen e David Shongo con Suskewiet Visions indagano come una tradizione folclorica, il SUSSKEWIET, una volta ricontestualizzata possa rivelare una potenziale intelligenza collettiva che armonizzi la nostra relazione dominante con le entità non umane. Adriana Knouf, lavora come artista, scrittrice e xenologa, concentrandosi su argomenti come i media, l’arte spaziale e i futuri queer e trans. TX-2: MOONSHADOW è un esperimento di costruzione speculativa di satelliti. Una vela solare fatta a mano che mostra futuri bizzarri e postcoloniali.

Van Dingenen, Shongo, Suskewiet Vision. Courtesy the artists

KARST di Lugh O’Neill è una composizione di suono 3D, registrata ed eseguita sul posto, che consente un’interazione artistica e performativa con i luoghi. Bodies of Water, del duo di designer Anja Lapatsch e Annika Unger dello Studio Lapatsch | Unger, in collaborazione con lo Studio Johanna Schmeer, è un’opera d’arte che utilizza rocce specifiche degli strati geologici della città di Berlino per modificare la qualità delle altre acque in modo che il loro contenuto minerale e il loro sapore diventino simili all’acqua potabile della capitale tedesca. Il progetto è frutto di un’indagine geoidrologica sui sistemi idrici sotterranei regionali di Berlino e sulle loro qualità e sfide specifiche.

«Gli artisti e gli studi di Repairing the Present mostrano un’incredibile capacità di portare avanti una molteplicità di sforzi in ambiti diversi come l’epidemiologia, la bioingegneria, le politiche dei rifiuti, la critica culturale, i nuovi materiali e la crittografia, solo per citarne alcuni», conclude il curatore. Ogni mostra del ciclo :REWORLD :REWILD :RETOOL sarà un’occasione per sperimentare lo sviluppo della loro ricerca e per trovare ispirazione nel contatto diretto con le opere. 

Bodies Of Water, Studio Lapatsch Unger Courtesy The Artist

Repairing the present: rewild
a cura di Manuel Cirauqui
artisti: Samira Benini Allaouat, Penelope Cain, Filip Van Dingenen and David Shongo, Adriana Knouf, Lugh O’Neill, Studio Lapatsch Unger & Johanna Schmeer, Susi, Gutsche e Olga Kisseleva.
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo – via Guido Reni, 4a, Roma

Tutte le info: maxxi.art/events/repairing-the-present-rewild

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