«Ho sognato Dolores in un momento particolarmente doloroso nella mia vita. Aveva l’aspetto che ha nel video di Animal instinct – con le margherite in testa, i capelli biondi, il vestito bianco – e cantava No need to argue da un momento in avanti nel tempo, in cui la guerra sarebbe finalmente stata persa e non ci sarebbe stato più bisogno di combattere. Ho chiesto a Marco Schiavone di Edizioni Bd, per cui in passato avevo già scritto la biografia di Jeff Buckley, se fosse interessato a pubblicare anche quella di Dolores, e a Francesca se volesse disegnarla. Entrambi mi hanno detto di sì, ed eccoci qua».
A parlare è Micol Arianna Beltramini, autrice del delicato e toccante graphic novel Dolores (136 pagine in bianco e nero e a colori, 18 euro), con le illustrazioni di Francesca Ciregia, sulla lead singer dei Cranberries.
Cantautrice e chitarrista irlandese scomparsa nel 2018, Dolores Mary Eileen O’Riordan è stata trovata morta annegata nella vasca da bagno della camera 2005 dell’hotel Hilton a Park Lane, Londra, con il visto rivolto verso il basso ed intossicata dall’alcol. Il medico legale Shirley Radcliffe stabilì che la cantante non aveva intenzione di suicidarsi e che si trattò di un tragico incidente. Resta però il vuoto incolmabile che ha lasciato nei fan di tutto il mondo e che oggi questo libro prova, seppur in parte, a mitigare. Un racconto per immagini realizzato con amore e passione, che nasce da un lavoro di ricerca bibliografica tutt’altro che semplice.
«Non esiste una bio su Dolores o sui Cranberries – precisa Beltramini –, qualcosa negli anni Novanta era uscito, ma ora è tutto fuori catalogo, introvabile. Esiste però un prezioso sito, Cranberries world, che raccoglie ogni articolo uscito, ogni intervista rilasciata. Ho ripercorso lì la vita di Dolores e ho deciso di raccontarla basandomi soprattutto sulle sue parole, le stesse che erano così spesso cadute nel vuoto». Sulla ricerca dei materiali fotografici interviene Ciregia: «Come Micol, anche io ho lavorato molto sulla ricerca di riferimenti fotografici per rappresentare i momenti della vita di Dolores. Che sono stati fondamentali, al pari della necessità di rimanere più fedele possibile all’immaginario della produzione dei dischi e dei video della band».
Il graphic novel Dolores (con prefazione di Andrea Rock, musicista, vj, dj e cantante, che nel volume descrive le due personalità dell’artista di Ballybricken: «La più intima, quella della ragazzina dalla voce angelica, la cui forza espressiva fa da contraltare alla fragilità emotiva, e quella pubblica, che mal tollerava la vita da rockstar e le dinamiche mediatiche») racconta la vita, le luci e le ombre della sua protagonista, la cui voce devastante e fragile risuona ancora nel cuore e nella mente dei tanti che non l’hanno mai dimenticata. Ma chi è realmente O’Riordan (il prossimo 15 gennaio saranno trascorsi cinque anni dalla sua morte) per Beltramini e Ciregia?
Replica la prima: «È stata e rimane una cassa di risonanza maestosa, potente e fragile al tempo stesso. Così trasparente nel veicolare quanto la scuoteva dentro che, credo davvero, torneremo sempre a cercare quando avremo bisogno di qualcosa che renda l’insopportabile sopportabile». Risponde quindi la fumettista e illustratrice: «Dolores ha rappresentato una figura femminile potente durante la mia infanzia: la sua persona così esile ma allo stesso tempo fiera mi impressionò molto nell’epoca d’oro dei video musicali. Ricordo che quando ascoltai per la prima volta la sua voce, pensai: “Ma chi è questa ragazza che canta così?” All’epoca non sapevo ancora chi fosse né chi fossero i Cranberries, eppure la sua voce mi rimase impressa nella mente per molto tempo».
Nuove scoperte, da parte di entrambe, anche a conclusione di questo lavoro (che non è il primo insieme, avendo già lavorato a quattro mani su una storia breve dedicata a Valentina e Bob Dylan. Un’esperienza, questa, che ammettono di averle arricchite). «In realtà – risponde Beltramini – non sapevo niente di quello che ho scritto nella seconda parte del graphic novel. Non avevo più notizie di Dolores dall’album Bury the hatchet del 1999. Sono felice di aver rimesso insieme i pezzi, anche se è stato doloroso leggere cosa le era successo. Ho cercato di restituirle una voce, di riportarla a casa come ha fatto lei con me così tante volte».
Sulla stessa scia Ciregia, che ammette: «Anche io non sapevo nulla degli eventi che l’hanno segnata in modo così inesorabile. Adesso riesco a comprendere ancora di più quello che ha cercato di esprimere durante la sua vita. C’erano già segnali evidenti in tutta la sua persona che rimandavano a qualcosa, ma non sapevo cosa. Ora è tutto più chiaro, è stata una conferma delle sensazioni che mi ha sempre suscitato. Fragile sì, ma ancor più fiera e coraggiosa».
Info: www.edizionibd.it