Vetro e marmo a confronto: la giapponese Ritsue Mishima guarda alle sculture di Canova

Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia la mostra di opere in vetro di Ritsue Mishima, poste a confronto con i calchi in gesso di Canova

Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia i vetri di Ritsue Mishima dialogano con i calchi in gesso di Canova. Complicate torsioni che ricordano tornadi, fantasiosi conglomerati, asteroidi e colonne trasparenti: ecco come il vetro viene forgiato dall’artista giapponese.

Aperta fino al 30 ottobre 2022, la mostra Ritsue Mishima – Glass Works alle Gallerie dell’Accademia mette in gioco sculture in vetro dell’artista giapponese con quelle dello scultore di Possagno, il campione del neoclassicismo Antonio Canova, di cui celebriamo quest’anno il bicentenario dalla morte. L’esposizione, inserita nel programma della Glass Week veneziana, si è aggiudica il Premio Fondazione di Venezia, alla sua seconda edizione.

Ritsue Mishima, installation view. Photo Andrea Martiradonna 

Una scultura di Mishima è disposta proprio innanzi al Paride canoviano e la sua texture richiama i riccioli morbidi dell’uomo, mentre Vento (2022) ricorda fili d’erba piegati da brezza improvvisa. Nella stessa sala, troviamo il calco di Creugante (atleta dei Giochi Nemei) in attesa di ricevere il colpo, letale, di Damosseno e, protette da teche, altre opere di Mishima. La più impressionante è la colonna di forme romboidali – quasi una colonna vertebrale di perline fuori scala, impilate l’una sull’altra – che si innalza nel vano della scala a chiocciola nella sala adiacente. 

Ritsue Mishima @ Gallerie dell’Accademia di Venezia. Credit Gallerie dell’Accademia

La composizione contemporanea Lottatori prende invece ispirazione dalla terracotta antica dello scultore: nel gruppo di Canova un uomo sovrasta a cavalcioni l’altro, immobilizzando con la morsa della gamba e accingendosi a colpirlo brutalmente sulla schiena o sulla nuca; nella traduzione in vetro dei “wrestlers”, Mishima rappresenta due linee di forza, due corpi elicoidali in cui quello superiore cinge l’altro curvandosi, come un ponte sul letto di un fiume. Mishima sostiene: «nel vetro trasparente si può trovare ogni colore. Il vetro diventa luce pura e la luce riflette lo spazio circostante», è infatti la luce che, approfittando della trasparenza del materiale, restituisce una gamma preziosa di sfumature. Eppure, è il bianco del gesso dei calchi canoviani che si diffonde nello spazio, trovando eco nei vetri di Ritsue Mishima: la loro fusione e il loro amalgama dà così vita a suggestioni inaspettate.

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