La Fondazione Terzo Pilastro presenta “I Favolosi Anni ’60 e ’70 a Milano” all’Auditorium della Conciliazione

In un percorso espositivo curato da Lorenzo Lombardi, la mostra indaga i due storici decenni di grande fervore nel capoluogo lombardo

“Per andare da Roma a Milano con un buon treno ci vogliono solo tre ore”. Inaugura Enrico Lombardi in apertura della conferenza stampa che si è tenuta oggi 27 settembre a Roma, presso l’Auditorium della Conciliazione, per presentare la mostra I favolosi Anni ’60 e ’70 a Milano.

Un’esposizione dedicata al fermento di quella stagione dell’arte che ha visto la città di Milano, tra gli anni Sessanta e Settanta del ventesimo secolo, in un momento di grande fervore culturale che ha dato vita a una vera e propria rivoluzione delle visioni e delle forme espressive in cui l’opera d’arte si è trasformata radicalmente nel suo assetto teorico e nella sua natura fisica. 

Valerio Adami, Studio per professione pittore, 1974

Promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, la mostra è realizzata da Poema in collaborazione con l’Auditorium Conciliazione, ed è curata da Lorenzo Lombardi con Enrico Lombardi dell’omonima galleria romana.  
Restando nella metafora della strada come linea di collegamento tra le due città italiane fulcro del fermento di quegli anni, la volontà dei curatori è stata quella di dare vita a un dialogo tra Roma e Milano, in una linea di continuità che mettesse in evidenza le comunanze e le divergenze di sguardi all’interno dei due poli artistici e geografici.
Nelle sale dell’Auditorium, un corpus ristretto ma selezionato di opere è suddiviso tematicamente in quattro sezioni che nell’allestimento della mostra confluiscono insieme, mischiandosi e alternandosi, perdendo il rigore formale della classificazione che ritroviamo invece nel catalogo della mostra, edito da Gangemi editore, con i contributi critici del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Enrico Lombardi, Lorenzo Canova, Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti

Fabrizio Plessi, Senza Titolo, 1969

Dopo la mostra realizzata lo scorso anno dalla Fondazione Terzo Pilastro presso la Galleria Monogramma, in via Margutta e dedicata alla Scuola di Piazza del Popolo, “I Favolosi anni ’60 e ’70 a Milano” fa quindi da contraltare alla scena romana, ripercorrendo i protagonisti che lavoravano a Milano in quegli stessi anni.
Il Prof. Avv. Emmanuele Emanuele, ricorda emozionato il ricordo di quei decenni vissuti in prima persona, accanto agli artisti: “Milano in quegli anni era il fulcro dell’Avanguardia internazionale in cui prendevano forma movimenti e tendenze, dallo Spazialismo all’Arte Nucleare. Non a caso essa era caratterizzata da una forte animazione per così dire più “scientista”, in cui gli artisti, che ne proclamavano la primazia attraverso un serrato confronto con le Avanguardie europee, si connotavano per una visione molto soggettiva della loro creatività: penso a Enrico Baj, Roberto Crippa, Gianni Dova, Ugo Nespolo. Inoltre, mentre gli artisti dell’area romana apparivano maggiormente in dialogo con la Pop Art americana, Milano era più in sintonia con il contesto artistico europeo. Le sperimentazioni e l’innovazione di cui gli artisti attivi in quel periodo sulla piazza milanese si fecero portatori hanno rappresentato una svolta culturale non soltanto italiana e segnato indelebilmente un’epoca, rispetto alla quale ancora oggi non me ne sovviene un’altra che possa reggere il confronto”.

Se a Roma, negli anni Sessanta, si viveva un’esaltante stagione in cui la cultura di massa incideva nel tessuto socioculturale, ma anche nell’ambito della creatività e della comunicazione contemporanea, Milano, invece, divenne la città simbolo dei valori della modernità, caratterizzata da una forza progettuale senza precedenti, fulcro dell’Avanguardia internazionale in cui prendevano forma movimenti e tendenze, da Bruxelles a Copenhagen.

Enrico Baj, Animale, 1962

Attraverso i quattro nuclei tematici Arte, Materia e Spazio verso lo zero, Nouveau Réalisme tra Italia e Francia, Nuclearismo e Astrazioni e Nei mondi della nuova Comunicazione, il percorso espositivo traccia quel fermento, passando dallo Spazialismo di Lucio Fontana fino all’Arte Nucleare di Enrico Baj, Sergio Dangelo, Gianni Dova e Piero Manzoni; dalle solide monocromie di artisti come Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Paolo Scheggi ad esponenti come Valerio Adami, Ugo Nespolo, Fabrizio Plessi ed Emilio Tadini che utilizzarono le suggestioni provenienti dai mondi della nuova comunicazione innestandole su una raffinata reinterpretazione di riferimenti alla storia dell’arte. Ne viene fuori un mosaico affascinante e ricco di spunti e di nuove possibilità di riflessione che, seppur non esaustivo, restituisce totalmente il senso e l’urgenza delle sperimentazioni e dell’innovazione di quegli anni.

Vincenzo Agnetti, Continua, 1971

I Favolosi Anni ’60 e ’70 a Milano
a cura di Lorenzo ed Enrico Lombardi
27 settembre – 20 novembre
Auditorium della Conciliazione
Piazza Pia 1, Roma

Gli artisti: Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani, Rodolfo Aricò, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Lucio Fontana, Paolo Scheggi, Michele Zaza, Roberto Crippa, Sergio Dangelo, Gianni Dova, Emilio Scanavino, Valerio Adami, Enrico Baj, Lucio del Pezzo, Bruno Di Bello, Ugo Nespolo, Fabrizio Plessi, Sergio Sarri, Emilio Tadini, Arman, Piero Manzoni, Mimmo Rotella e Daniel Spoerri.

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