La nuda materia nei Frangiflutti di Alessandro Piangiamaore 

Magazzino presenta la quarta esposizione personale di Alessandro Piangiamore che in questa nuova serie di lavori, in mostra nello spazio romano, ragiona sulla funzione “riparatoria” dell’arte e della natura

Conoscenza famigliare della galleria, Alessandro Piangiamore presenta nello spazio espositivo di Via dei Prefetti la sua nuova serie di opere che con una gamma cromatica sognante accendono di vitalità le sale di Magazzino, includendo lo spettatore in un viaggio nel paradosso. L’arte si fa argine, protezione, filtro con la sua capacità di farsi testimonianza della dell’esigenza di rallentamento in un mondo contemporaneo fatto di flussi inarrestabili e di immagini impalpabili. Nella sterile inflazione di stimoli dai quali veniamo costantemente tempestati, la bellezza diventa deviazione. Piangiamore sceglie quindi il metaforico titolo, Frangiflutti, una via di fuga che interrompe l’elettrico  e costante disturbo, colpevole di impedire la messa a fuoco della riflessione. 

In un mondo che si contempla in maniera fugace, Piangiamore invita il pubblico ad abbracciare l’ostacolo, l’impedimento naturale che trasforma l’arresto della caotica entropia del quotidiano in una tappa fertile, in cui coltivare la consapevolezza che la pura eleganza della natura si rintraccia nella pausa. I ritmi che gli elementi del paesaggio seguono diventano un metronomo che rallenta i battiti, ne Il cacciatore di polvere, l’artista racchiude quell’irrazionale pulsione prodotta dal Kantiano “sublime”, la presa di coscienza della forza spirituale che mette ognuno di noi di fronte alla fragilità dell’esistenza. I pannelli che compongono la serie sono frutto della raccolta di materiale terroso in diverse località geografiche, ognuna contraddistinta dalla sua peculiare connotazione estetico-cromatica. 

Dal fondale poi lo sguardo dello spettatore si rivolge al cielo, nella serie fotografica Acqua negli Occhi, in cui Piangiamore si cimenta nel ritrarre le rifrazioni della luce attraverso il filtro della lastra di ghiaccio. La distorsione richiama il concetto di mutevolezza, parte integrante della vita della materia. L’infinito e sfuggente alternarsi delle fasi dell’esistenza viene cristallizzato nell’attimo dello scatto, che allo stesso tempo però rende possibile l’evasione dalla gabbia del Kronos, concetto tutto umano ed estraneo all’ancestrale potenza della natura. L’elemento del ghiaccio si insinua ancora nel resto dell’esposizione che presenta ai visitatori le sette sculture Giove Pittore di Farfalle. Cilindri di vetro opaco contengono luci colorate dello stesso spettro dell’arcobaleno, che si alternano senza logiche meccaniche ma solo grazie alla volontà dello stesso artista. Piangiamore veste i panni del demiurgo che si manifesta senza preavviso, coglie alla sprovvista e rammenta che il caos è l’unico ordine al quale l’uomo non avrà mai capacità di accedere. 

Info: http://www.magazzinoartemoderna.com/

Alessandro Piangiamore, Frangiflutti
26 Maggio – 29 Luglio 2022
Magazzino
Via dei Prefetti 17, Roma