Va tutto bene, storia di un’insegnante (speriamo) fuori dal comune

Nicolò Fila firma il suo nuovo graphic novel, Va Tutto Bene, il racconto di un vuoto interiore che si trasforma in pura cattiveria

«In principio l’idea era di realizzare una mini antologia di racconti horror a tema “fantasmi”, ispirata dal film Ghost stories (2018) di Andy Nyman e Jeremy Dyson. Lo spunto per questa storia mi era venuto in sogno: nulla di particolare, ma riguardava un insegnante molto esigente e severo. Mi era rimasto impresso, così avevo deciso di tenerlo da parte e svilupparci un racconto sopra. Poi, in fase di lavorazione, ho realizzato che sarebbe stato un peccato ridurlo a un semplice racconto breve e che avrebbe meritato un respiro più ampio; così ho deciso di concentrarmi esclusivamente su quello e ricavarne un volume unico». 

A descrivere la genesi del graphic novel Va tutto bene (Shockdom, 72 pagine, 15 euro) è il suo stesso autore, Nicolò Fila, che ha sceneggiato e disegnato il racconto di un’insegnante (speriamo) fuori dal comune. Lei è Luisa Broglio, una maestra delle elementari inflessibile ed esigente, che trae un godimento distorto dal rimproverare i suoi alunni e punirli. 

Ciò perché, al di fuori dell’aula dove può fare il buono e il cattivo tempo, Luisa è una donna sola, triste e isterica – con gli occhi iniettati di sangue, e anche questa è una chicca tutta dell’autore classe 1992 – il cui unico modo per mitigare le proprie ansie è sentirsi superiore a chiunque. Fin quando, in un pomeriggio piovoso, compie un gesto tremendo che le stravolgerà l’esistenza, inducendola a rivivere il proprio, complicato passato nel tentativo di scendere a patti con le tremende azioni di cui si è resa protagonista nel presente. 

«Luisa rappresenta un vuoto interiore, un’assenza talmente profonda che, se contrastata nel modo sbagliato, finisce col risucchiarti sempre di più», spiega Fila. Aggiungendo: «Oltre a essermi documentato sulla psicologia di soggetti come lei, ammetto di averla utilizzata parzialmente quale catalizzatore per alcune emozioni negative che stavo provando un po’ di tempo prima, in particolare frustrazione e invidia. Il suo è il tipo di personaggio che, a livello di psicologia e di finzione, mi affascina: è fragile, supponente, carica di gelosia. Desidera ma, a causa delle sue ansie e insicurezze, non è in grado di ottenere ciò che vuole».

In merito ai tempi di realizzazione di Va tutto bene, l’autore precisa: «Ho impiegato circa otto mesi a finire la storia. Da questo punto di vista, è stato fondamentale l’aiuto dei miei editor David Malan e Sara Antonellini, assieme a cui collaboro dai tempi di Potpourri Comics, che non solo mi hanno consigliato come migliorare la storia e seguito passo passo durante la realizzazione, ma mi hanno anche stabilito una scaletta di lavorazione: tot giorni per le matite, tot per le chine e tot per il colore. È stato tutto molto organizzato, il che mi ha aiutato tantissimo a procedere con rigore, lavorando giorno per giorno, ma anche a trovare il tempo di dettagliarne i disegni». Gli stessi editor che gli hanno suggerito «dei toni più monocromatici, simili a un film in bianco e nero, ma esaltandone il colore rosso quando necessario, così da creare un’atmosfera sì livida, vuota e fredda, ma capace anche di essere violenta». 

Quindi ampliando il raggio d’azione oltre questo graphic novel, Fila – che ha frequentato per tre anni il corso di fumetto alla Scuola internazionale di comics di Torino – tratteggia la sua canonica metodologia di lavoro: «Precisando che ciascuno ha la propria, io di solito procedo in quest’ordine: idea, soggetto, storyboard, disegno, colore, lettering».

Info: www.shockdom.com 

Va tutto bene

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