Da Nymphomaniac a LOVOTIC: Charlotte Gainsbourg, ospite da FOROF a Roma, ha raccontato la collaborazione con Sound­walk Col­lec­ti­ve

In conversazione con Massimo Torrigiani l'attrice ha parlato della sua partecipazione al progetto nello spazio di Gio­van­na Ca­ru­so Fen­di

Piccola di statura, voce delicata e sensuale, abbigliamento casual, Charlotte Gainsbourg è stata ospite da FOROF il 23 aprile per il terzo episodio di LO­VO­TIC X, a cura di Sound­walk Col­lec­ti­ve. La startup benefit ar­ti­sti­co cul­tu­ra­le di Gio­van­na Ca­ru­so Fen­di continua infatti i suoi cicli di incontri nell’ambito del progetto LOVOTIC X, che fino al 15 luglio esplora le possibilità tra il genere umano e la macchina. Rapporti emotivi, sessuali e amorosi che si fanno fluidi in un’era in cui la tecnologia si è insinuata nelle nostre vite fino a diventare un tutt’uno difficile da discernere.

In conversazione con Massimo Torrigiani, fondatore di Fantom, organizzazione senza scopo di lucro che esplora le traiettorie di fotografia, suono e arti visive, Gainsbourg ha raccontato in una chiacchierata informale la sua collaborazione con il duo di artisti di Sound­walk Col­lec­ti­ve, Stephan Crasneanscki e Simone Merli, svelando i processi di corrispondenze che hanno caratterizzato i loro scambi e la genesi del progetto, frutto del lavoro congiunto di artisti e intellettuali chiamati a sviscerare il tema centrale.

«Lavorare senza costrizioni – ha affermato l’attrice – è quello che più mi è piaciuto del lavoro con Stephan e Simone. Per una volta è stato bello non avere nessuno che mi dicesse di spingermi oltre i miei limiti. Essere solo me stessa, in completa libertà». E da questa libertà nascono le parole sussurrate che risuonano al piano inferiore di Forof, amplificate dalla suggestione del luogo che accoglie l’arte contemporanea tra le vestigia del passato romano. Gainsbourg, che in Nymphomaniac di Lars Von Trier aveva esplorato proprio i limiti del corpo e della mente nella sessualità e nell’amore, appare musa perfetta per incarnare le nuove possibilità delle relazioni.

Ph Jacopo Tommasini

Durante l’incontro sono stati affrontati anche altri temi relativi al progetto, le possibilità del suono, testimone del passato ma anche impalcatura per la nostra archeologia del futuro. Un futuro che oggi possiamo solo immaginare ma che sicuramente è definito da un ripensamento delle identità e dei confini di genere. Caratteristiche che si riflettono nei legami tra gli individui, prefigurati già da Zygmunt Bauman nel termine di liquidità ma che oggi trovano nella parola fluido una migliore soluzione di esistere. In questo panorama, la macchina ha un ruolo fondamentale e diventa potenzialità per le sfide che l’avvenire ci riserva.

Tutto ciò riporta alla mente uno scambio tra i due protagonisti del film Her di Spike Jonze:
“Con quante persone parli mentre parli con me?”.
“8316”
“E di quanti di questi ti sei innamorata?”
“641. Ma questo non danneggia l’amore che provo per te”.

Info: www.forof.it