Frédéric Brenner, fotografo ed antropologo francese nato nel 1959, ha iniziato la sua indagine documentaria alla fine degli anni ’70, raccontando i luoghi ed i volti della diaspora ebraica. In un continuo flusso interrogativo ha viaggiato in tutto il mondo per anni, osservando e stando a contatto con le diverse comunità ebraiche, per poi esporre a livello internazionale i suoi lavori e studi. Il suo obbiettivo è quello di raccontare il più possibile la vita degli ebrei contemporanei e la loro condizione odierna.
Nel suo ultimo lavoro ZERHEILT:HealedtoPieces, esposto allo JüdischeMuseum di Berlino, ha esplorato la capitale tedesca come culla della nuova espressività ebraica. Fotografando donne, uomini e bambini nelle loro case o nei loro momenti ricreativi e lavorativi, racconta vite di persone di passaggio, immigrati o veterani della città.
Una nuova visione delle problematiche legate all’ebraismo tedesco. Il lavoro prodotto non è un resoconto puntuale e formale della situazione attuale in Germania ma un’intuizione frammentata dei paradossi e dissonanze di una capitale che ingloba ed accoglie tutti, rielaborando la storia passata.
La curatrice della mostra Theresia Ziehe, racconta dell’intenso confronto personale dell’artista con questo tema: Berlino fa da cornice in un contesto di molteplici prospettive, individui che si muovono in nuove scenari e tabù che si rompono.
L’essay fotografico composto da 61 immagini conserva un importante valore per il museo.
È raro infatti che un artista si misuri così a lungo con questo genere di tematiche: per quanto riguarda la fotografia dobbiamo tornare indietro al 1961, quando il fotoreporter statunitense LeonardFreed espose a Düsseldorf la mostra DeutscheJudenHeute( Gli ebrei tedeschi oggi).
Il museo si impegnerà sempre più a lavorare con questo tipo di materiale e con nuove esposizioni anche in formato digitale. Le immagini come uno specchio riflettono bizzarramente l’estraniamento e la topografia di spostamenti, invitando lo spettatore a riflettere sugli intrecci di storie ed evoluzioni.
Berlino rappresenta un nuovo sorprendente capitolo per Brenner, nel suo continuo viaggio per tracciare ed esaminare la dissonanza dell’ebraismo. Trascorrere un anno a Berlino è stato come inciampare in un teatro della memoria. Come nessun’altra nazione infatti, la Germania ha intrapreso un’impegnata ricerca di redenzione e così Berlino, dove fu pianificato e realizzato lo sterminio degli ebrei, è al centro della scena.
Fare i conti con il proprio passato, carico di sensi di colpa, ha portato i tedeschi ha riempire un vuoto: redimersi significa riscattare il loro rapporto con gli ebrei, mentre per altri questo ha significato convertirsi all’ebraismo. Tra redenzione tedesca e reinvenzione ebraica, Berlino sta vivendo un momento storico importante, ma è l’inizio di qualcosa o la fine?
Frédéric Brenner attraverso la sua macchina fotografica ha cercato di ascoltare e raccontare le dimensioni irrisolte, impegnandosi a rendere giustizia alle conversazioni di cui le immagini sono prove senza vincoli narrativi.