Elezioni presidenziali in Francia: quali sono le proposte dei candidati per promuovere l’arte?

Le campagne elettorali della corsa all’Eliseo non lasciano dubbi, per Macron e Le Pen il mondo delle arti non rappresenta la chiave per emergere dalla crisi

Parigi – l’attesa votazione che ha dato il via alla corsa per l’Eliseo ha dimostrato l’esattezza dei sondaggi che vedevano come favoriti il candidato di centro Emmanuel Macron e la candidata di destra Marine Le Pen. Le urne hanno schiacciato il candidato di centro sinistra Jean-Luc Mélenchon, i cui voti però sono ancora indispensabili per far pendere l’ago della bilancia dall’una o l’altra parte. Le elezioni in Francia rappresentano un momento di particolare importanza per gli equilibri della comunità europea, rimane quindi interessante analizzare i punti chiave delle campagne elettorali portate avanti dai due candidati usciti vincenti dal primo turno di votazioni. Ciò che rimane subito cristallino è l’assenza di un interesse riservato al mondo della cultura.

Le proposte di Macron

Le tematiche più logorate durante i comizi e le apparizioni pubbliche sui media hanno riguardato prioritariamente la guerra in Ucraina, la crisi dovuta alla pandemia e l’aumento dei costi della vita legato al rincaro su gas ed elettricità. Nonostante questo alcuni sporadici episodi di interesse devono essere citati. Emmanuel Macron ha velatamente proposto l’avvio dei lavori per la costituzione di un “Metatarso europeo”, un mondo digitale in cui gli artisti possano portare avanti il proprio personale percorso creativo e utilizzare tale piattaforma per sostenere la propria attività, tutelati dagli interessi dell’UE. Questo potrebbe essere un metodo efficace per salvaguardare la produzione artistica francese, e non solo, «permettendo ai creativi di non dover necessariamente sottostare al mercato anglosassone o cinese che potrebbero aggirare le regole del diritto d’autore e dei diritti connessi», afferma l’attuale presidente francese. 

Macron promette inoltre di estendere il suo “pass per la cultura”, che fornisce 300 euro a tutti i giovani dai 15 ai 18 anni. La spesa per il sostegno di tale misura risulterebbe però eccessivamente alta, tanto da essere da molti ritenuta insostenibile.

Le intenzioni di Le Pen

La candidata dell’ex Front National oggi Rassemblement National, Marine Le Pen ha portato avanti una campagna dai toni sensibilmente più pacati rispetto alla linea che solitamente la contraddistingue. La destra più estrema in questo giro elettorale non ha trovato nella Le Pen la sua più adeguata rappresentante, in quanto tale posizione è stata coperta da Éric Zemmour, schieratosi apertamente contro l’immigrazione, il multiculturalismo e la globalizzazione della società francese. La Le Pen può aver beneficiato della campagna al vetriolo del candidato anti-immigrazione più estremista Zemmour, ammorbidendo i suoi toni e coltivando un’immagine più rispettabile, ma il suo programma rimane invariato, alimentando i timori di nuove guerre culturali e una sfiducia nei confronti di giornalisti, artisti, centri d’arte contemporanea e musei, così come nel mercato dell’arte.

Il posto della cultura nei dibattiti della campagna è stato chiaramente riflesso nelle confuse proposte sparse nei programmi elettorali dei vari candidati. Zemmour avrebbe voluto “aumentare” il budget per i monumenti storici a 400 milioni di euro – più o meno il suo livello attuale – e allo stesso modo, Yannick Jadot (partito verde) e Nicolas Dupont Aignan (altro candidato nazionalista) hanno proposto di portare il budget per la cultura all’1% del bilancio statale, un livello raggiunto anni fa. Il futuro immediato del settore sarà anche determinato dal prossimo ministro della cultura, il cui nome e le cui responsabilità rimangono attualmente sconosciute.