Fantasies Of the Sea, Agnes Questionmark (Agnes?) presenta da FOROF la sua nuova performance

Un nuovo appuntamento da FOROF, il nuovo spazio espositivo targato Fendi nel cuore della Capitale, che presenta la performance Fantasies of the sea dell’artista Agnes Questionmark (Agnes?). L’intervento dedicato all’origine dell’esistenza umana sulla Terra e la sua relazione con il Mare.

Fantasies of the Sea, Agnes Questionmark (Agnes?), parte di LOVOTIC-X a cura di Soundwalk Collective presso FOROF, Roma. Ph. Monkeys Video Lab

L’ibridazione è alla base del progetto Lovotic-X, ideato dai SoundWalk Collective, già autori della prima esperienza inaugurale dello spazio ai piedi della Colonna Traiana. La prima esperienza proposta da Giovanna Caruso Fendi, madrina di FOROF, si concretizza in un’istallazione sonora diffusa che gioca con le peculiarità dello spazio, sapientemente in gradi di valorizzare il patrimonio archeologico che custodisce e proiettarlo in una dimensione futuristica al limite del fantascientifico. 

Anche in questa nuova occasione non si pongono limiti alle potenzialità i uno spazio a dir poco fuori dal comune. La performance programmata per sabato 26 marzo 2022 infatti mostra al pubblico l’ambivalente immaginario poetico di Agnes Questionmark che viaggia verso la decodificazione di un messaggio profetico per il futuro della razza umana sulla terra. A metà tra il reale e l’immaginario, l’artista performer si cala nei panni nello stadio evolutivo successivo all’attuale della natura umana. La commistione tra la scienza e la mitologia danno corpo alla personale idea di Post-umano ipotizzata da Agnes Questionmark (Agnes?).

Fantasies of the Sea, Agnes Questionmark (Agnes?), parte di LOVOTIC-X a cura di Soundwalk Collective presso FOROF, Roma. Ph. Monkeys Video Lab

Per comprendere al meglio quale sia la ricerca che si cela dietro questa nuova azione performativa di abbiamo posto all’artista alcuni interrogativi sul percorso che ha seguito fino a oggi.

La tua indagine e il tuo immaginario sono strettamente connessi all’universo acquatico. da cosa nasce la volontà di legarsi a questo elemento dal carattere primitivo e archetipico ?
«Fluire, immergersi, permeare, bagnarsi, sfuggire, premere, evaporare, trasformare, solidificare, smuovere, fondere. L’acqua è il veicolo attraverso il quale ogni azione è compiuta, Dall’evoluzione cellulare, all’amore. Sott’acqua torno al grembo materno, dimentico il mio essere umano e prendo forma dell’acqua stessa. Divento flusso, liquido e dunque mi lascio trasportare all’insaziabile corrente marina.Sott’acqua mi estraneo dalla realtà, non sento, non vedo, non parlo, non respiro, non sono. Sott’acqua non esisto eppure il mio corpo è più vivo che mai. I miei polmoni mi fanno male, il fiato mi manca, il cuore rallenta, le mani e i piedi si dimenano, il mio cervello entra in stato meditativo.
Ho sempre trovato un forte legame confusionale tra l’essere umano e il mare, il quale scaturisce domande e quesiti su questi due elementi uniti dall’evoluzione, dalla vita e dal flusso delle correnti. Dove sono? Cosa faccio? Chi sono?»

Fantasies of the Sea, Agnes Questionmark (Agnes?), parte di LOVOTIC-X a cura di Soundwalk Collective presso FOROF, Roma. Ph. Monkeys Video Lab

Il superamento del concetto di essere umano come è stato fino ad oggi concepito è al centro delle tue operazioni artistiche. come immagini l’individuo al concludersi dell’antropocene?
«Jacque Costeau concepiva l’essere umano come anfibio già negli anni 60. Inventando “aqualung”, il respiratore subacqueo, ha aperto l’essere umano ad intraprendere una nuova relazione con il mare, facendolo sentire parte del suo habitat pelagico. Respirare sott’acqua è transumano, è inumano. Il sub è un mostro, con le sue attrezzature pesanti e assurde. La tecnologia ha portato ad aumentare le capacità umane. I cyborg sviluppano nuovi sensi per percepire la realtà. Conoscere Neil Harbison e la comunità cyborg di Barcellona ha spinto i miei limiti di concezione umana.
Si parlava di trans-specie non più di transumano. Unirsi con le creature , creare nuovi mezzo di comunicazione, nuove relazioni animali e intra-specie: questo è il futuro dell’essere umano; rompere la piramide gerarchica alla quale cima ci siamo noi e scendere dal piedistallo per permearsi con il mondo, immergersi in mare e lasciarsi trasportare dalle correnti.
L’umano non esiste più, il transumano è superato, la transpecie deve ancora insediarsi nei meandri della società unicellulare, patriarcale e capitalista.
La prima cosa che deve cedere è il genere, poi segue tutto il resto. Senza genere accettiamo la fluidità dell’essere e rompiamo ogni canone. Diventiamo fluidi e propensi ad abbracciare nuove trasformazioni.
Io ho iniziato il mio percorso transpecie diventando transgender e mettendo in atto la mia ricerca tra l’essere e il mare, tra il corpo e l’acqua. Il mio quesito è:
è possibile vivere sott’acqua? è possibile creare nuove relazioni con le creature marine?»

La fluidità è parte integrante del tuo percorso umano e artistico, in che modo esprimi questo elemento della tua identità tramite l’attività artistica?
«Essere trans mi ha portato a rifiutare la società in cui vivo. Non mi sono rispecchiata in nulla di ciò che vedevo, dunque ho creato il mio universo. La prima cosa è stata cercare ciò che mi rendeva felice dunque ho scavato nella mia infanzia e ripescato le immagini di me e mio padre. Mano nella mano nuotavo e conoscevo i pesci, le murene, i tonnetti pescati ad ottobre , i delfini saltare dall’acqua, i ricci mangiato crudi, le immersioni notturne…la mia testa era piena di immagini marine e dunque le ho tirate fuori e fatte parte della mia arte.
Come ricreare quell’universo acquatico in terraferma? Contrasto, dramma, frustrazione, qualcosa di assurdo che tutt’ora esamino ed esploro. Respirare sott’acqua, trattenere il respiro … il corpo cambia … allora ho portato questo paradosso nelle mie performance ed installazioni.
Creo un’ esperienza assurda anche per lo spettatore, nella quale deve chiedersi il perché della sua esistenza, del suo futuro, del suo corpo. Se i mammiferi terrestri sono diventati acquatici attraverso milioni di anni evolutivi, perché noi non possiamo farlo attraverso la tecnologia? O attraverso la metafora dell’arte?»

Fantasies of the Sea, Agnes Questionmark (Agnes?), parte di LOVOTIC-X a cura di Soundwalk Collective presso FOROF, Roma. Ph. Monkeys Video Lab

Le performance messa in atto finora hanno definito un immaginario che supera le barriere del tempo e dello spazio, sfiorano il favolistico. Cosa rappresenta per te la performance realizzata all’interno della cornice di forof, uno spazio ibrido tra antico contemporaneo?
«Non è la prima volta che lavoro in un sito archeologico. Ho creato performance nell’antica città di Cosa, a Palazzo Massimo di Roma e adesso da FOROF dove sono conservati i marmi della Basilica Ulpia. È importante trasportate il proprio lavoro al di fuori degli spazi convenzionali poiché si ha l’opportunità di interagire con altre identità che costringono il lavoro ad adattarsi.
Lavorando tra mitologia e scienza le mie installazioni chiamano luoghi con identità o con storie da raccontare. Lo spettatore viene immerso in una esperienza completa dove tutto fa parte del lavoro, e non ha altra opzione che immergersi e lasciarsi trasportare.»

Agnes Questionmark (Agnes?)

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