Cosa resta quando ce ne siamo andati? L’intervista con Luca Vitone, in mostra da Galerie Rolando Anselmi a Roma

Dal 26 marzo l'artista presenta a Roma alcune tavole di Piranesi ritoccate oltre a una serie di tele monocrome sul concetto di polvere

Dal 26 marzo al 3 giugno Galerie Rolando Anselmi a Roma ospita Ancora su villa Adriana, la mostra di Luca Vitone che raccoglie lavori inediti parte della serie Io, Villa Adriana, già esposta al MAXXI lo scorso Giugno 2021. Oltre ad alcune tavole di Piranesi ritoccate dall’artista, una serie di tele monocrome su cui le polveri di Villa Adriana, a Tivoli, hanno impresso e tracciato il proprio autoritratto. Quando la festa è finita, quando una civiltà sembra arrivare al suo tramonto, quando smettiamo di correre appresso al tempo e lasciamo che questo faccia il suo corso, resta la polvere. «Ragiono – racconta l’artista – sul ruolo della polvere nella nostra vita in quanto elemento che ci circonda e di cui abbiamo continuamente esigenza di liberarci ma di cui in realtà non ci libereremo mai; fa parte del cosmo, è costituita di noi e noi di lei; per cui i lavori con le polveri parlano di un’esistenza, di un rapporto vissuto tra persone e luoghi, dell’ambiente che ospita l’uomo e dell’uomo che lo modifica. Ci sono – aggiunge – due tipi di opere che eseguo con questo pigmento; le prime sono le Stanze, e riguardano gli interni: acquerelli su carta per i quali raccolgo della polvere, un anti-pigmento – dal momento che la polvere di norma è qualcosa da cui le pitture vanno protette – e la innalzo a colore».

LUCA VITONE, 2021, Io, Villa Adriana, Galerie Rolando Anselmi, Roma | Berlin

C’è l’idea che nel momento in cui sta terminando un’epoca diventano obsoleti anche i suoi mezzi espressivi, il suo linguaggio canonico, e allora viene sostituito da qualcosa di predittivo che richiama senza troppa retorica: «la polverizzazione – puntializza Vitone – di un modello occidentale che si fatica a riconoscere, che si cerca di rimuovere, come la polvere». Se pensiamo alla polvere come traccia residuale di tutto ciò che è passato nelle stanze da cui viene raccolta, allora non solo è strumento linguistico ma anche sostanza di ciò che quelle stanze hanno da raccontare, il concentrato della loro memoria. Poi c’è una seconda serie di monocromi di cui i lavori esposti in mostra sono un esempio. «In questo caso – dice l’artista – si tratta di tele che si impregnano di polveri esterne, appartengono al paesaggio, e sono infatti gli stessi agenti atmosferici che, smuovendole, vanno a comporre il disegno sulle tele». 

Ma oltre alla natura concettuale del lavoro, è il tema ecologico ad emergere con rinnovata urgenza dai lavori su Villa Adriana a Tivoli: qui, a fronte di un interesse documentario e antropologico rivolto al paesaggio come agglomerato di istanze naturali e culturali, non vi è alcuna pretesa di ritrarre ne di spiegare, ma si lascia, tramite un operazione che può rimandarci a quell’Io dico Io lonziano, che sia il paesaggio stesso a fornire il proprio ritratto, la propria memoria polverosa attraverso il linguaggio visivo che più gli pertiene. «Sono un paesaggista, uno scultore di paesaggi – asserisce l’autore – ma in questo caso, con le tele atmosferiche faccio un passo indietro e do spazio all’autorappresentazione, all’autoproduzione di un paesaggio figurato da parte del paesaggio stesso». Il linguaggio della polvere, umile e volatile eppure così duraturo e pervasivo, instaura un parallelo singolare e programmatico con il lavoro Romanistan (2019), dove l’artista percorreva a ritroso il possibile itinerario della migrazione del popolo rom verso l’occidente tra l’VIII e il XIV secolo. «Considerati insieme parassitari e fragili, popolo senza nazione e senza stato, senza codici scritti con cui tramandare la propria identità, hanno tuttavia attraversato la Storia con inedita persistenza, modellando paesaggi e costruendo cultura».  


LUCA VITONE, 2021, Capricci (Rovina di uno degli alloggiamenti de’ Soldati a una delle eminenti fabbriche di Adriano nella sua Villa Adriana, disegnato da Giovanni Battista Piranesi), Galerie Rolando Anselmi, Roma | Berlin

Si intrecciano così i fili di riflessioni che implicano l’attenzione verso i materiali naturali e culturali dei paesaggi, l’investigazione della deautorializzazione dell’opera che sfida le politiche dell’identità, la univocità della rappresentazione e l’unidirezionalità del tempo, in una riflessione sull’ambiente, sullo statuto dei fenomeni, su cosa del mondo si vuole rendere visibile e cosa si tenta, inutilmente, di spazzare ai margini.

LUCA VITONE | ANCORA SU VILLA ADRIANA
Rome, 26.03.2022 – 03.06.2022
Info: www.rolandoanselmi.com