Ecco chi è Francis Kéré, vincitore del Pritzker Prize 2022 

Kéré è il primo africano a ottenere il più importante riconoscimento internazionale per l’architettura

Alla stregua di un nobel per l’architettura il premio Pritzker è il più alto riconoscimento per ogni progettista. Quest’anno il tanto agognato titolo di vincitore del premio va a Francis Kéré. È una premiazione senza precedenti, Kéré è il primo africano ad aggiudicarsi il riconoscimento. Il vincitore riassume il significato del suo lavoro nel momento della consegna del premio con un’intervento adatto a racchiudere tutto il suo pensiero di progettista: «Tutti meritano la qualità, tutti meritano il lusso e tutti meritano il comfort. Siamo interconnessi e le preoccupazioni del clima, della democrazia e della scarsità sono preoccupazioni per tutti noi».

Francis Kéré nasce il 10 aprile del 1965 in Burkina Faso. È in questo contesto che sviluppa la consapevolezza di dover porre a servizio della sua comunità il bagaglio di conoscenze acquisite in campo delle arti progettuali. Lo spirito di attivista non abbandona mai in questi anni l’operato di Kéré che arriva oggi a toccare il cielo con un dito dopo una vita trascorsa a faticare per i suoi studi. 

L’architetto è figlio di un capo villaggio che è costretto ad abbandonare all’età di 7 anni. L’assenza di una scuola a Gando, nella località dove Kéré cresce, non pone altra scelta se non quella di trasferirsi nella capitale, Ouagadougou alla ricerca di un riscatto sociale. La svolta arriva nel 1985, l’anno del trasferimento nella Capitale tedesca, Berlino, dove Kéré porta avanti i suoi studi sempre più specialistici che lo portano a laurearsi nel 2004 nella facoltà di Architettura alla Technische Universität.

Il sogno che oggi si realizza arriva da molto lontano. È proprio nella sua tesi di laurea che l’architetto infatti presenta il progetto per la costruzione della scuola di Gando. Oggi quel sogno diventa realtà e le modalità innovative messe in campo da Kéré per rendere concreto ciò che era solo un’idea hanno fatto riconoscere il carattere visionario che corona una carriera brillante. 

La costruzione della scuola è stata possibile anche grazie al personale sforzo dell’architetto nel ricercare fondi che potessero sostenere i costi di costruzione a livello internazionale. La forte componente autosostenibile è il marchio di fabbrica delle sue architetture che presentano inconfondibili tratti capaci di rimandare alla formazione di Kéré nella realtà ius cui egli stesso è cresciuto. 

Il forte rimando simbolista è parte integrante di una visione che pone le sue radici nel continente africano e ne eredità una poetica rivolta all’essenziale. Il multiculturalismo che ha fatto costantemente parte dell’esperienza biografica dell’architetto contamina il suo approccio alla materia che diviene scrigno di vita, di convivenza, scambio e confronto.