Katharina Fritsch e Cecilia Vicuña, leoni d’oro alla carriera alla Biennale d’Arte 2022

Cecilia Alemani assegna i leoni d'oro alla carriera in un clima di trepidazione per l'inizio della Biennale Arte di Venezia

La trepidazione per l’inizio della Biennale arte di Venezia è alle stelle. In questo clima di fermato e attese che stanno per volgere al termine arriva l’annuncio dell’attribuzione dei due leoni d’oro alla carriera consegnati alla tedesca Katharina Fritsch e alla cilena Cecilia Vicuña. Le due personalità si sono sapute distinguere per l’originalità della loro ricerca che da anni ha contraddistinto il percorso artistico di entrambe.

A poco più di un mese dall’apertura de Il latte dei Sogni, Cecilia Alemani prende la decisione, approvata dal Cda della Biennale presieduto da Roberto Cicutto, di premiare le due personalità. La curatrice commenta: «La prima volta in cui ho visto un’opera di Katharina Fritsch di persona è stato proprio alla Biennale di Venezia, nell’edizione del 1999, curata da Harald Szeemann, la prima Biennale che ho visitato. L’imponente opera che occupava il salone principale del Padiglione Centrale si intitolava Rattenkönig».

Una conoscenza approfondita quella della Fritsch da parte di Cecilia Alemani che continua: «Da quel momento in poi, a ogni incontro con una scultura di Fritsch, ho provato lo stesso senso di stupore e di attrazione vertiginosa. Il contributo di Fritsch nel campo dell’arte contemporanea e, in particolare, in quello della scultura non ha paragoni. Il suo lavoro si distingue per opere figurative al contempo iperrealistiche e fantastiche: copie di oggetti, animali e persone rese nei più minuscoli dettagli ma trasformate in apparizioni perturbanti» Katharina Fritsch, dal 1979, lavora con opere su scale differenti e dalle tonalità audaci, che ritiene debbano essere viste come fotografie tridimensionali. Santi, topi, modelli e piante, conchiglie, serpenti, ombrelli, figure umane, rane e oggetti di vita quotidiana popolano il suo mondo: un luogo dove dettagli realistici e finiture immateriali e disorientanti sfumano i confini tra l’ordinario e il misterioso, provocando una sensazione di sorpresa e stupore.

Katharina Fritsch

Dalla Alemani sono arrivate le congratulazioni anche l’artista cilena Cecilia Vicuña. «Al centro del suo linguaggio artistico c’è una forte fascinazione per le tradizioni indigene e per le epistemologie non occidentali. Per decenni ha lavorato in disparte, con precisione, umiltà e ostinazione, anticipando molti dibattiti recenti sull’ecologia e il femminismo e immaginando nuove mitologie personali e collettive. La maestria di Vicuña consiste nel trasformare gli oggetti più modesti in snodi di tensioni e forze».

Il lavoro di Vicuña affronta le preoccupazioni urgenti del mondo contemporaneo, tra cui la distruzione dell’ambiente, i diritti umani e l’omogeneizzazione culturale. Nata e cresciuta a Santiago, è costretta all’esilio in seguito al violento colpo di stato contro il presidente del Cile Salvador Allende nei primi anni Settanta. Alla notizia della premiazione seguono i ringraziamenti dell’artista Cilena: «“È un grande onore e una gioia per me ricevere il Leone d’Oro – ha affermato Cecilia Vicuña – in un momento in cui l’umanità sta cercando di mantenere la pace e la giustizia contro ogni previsione. Credo che la nostra arte e la nostra coscienza possano svolgere un ruolo importante nell’urgente bisogno di allontanarsi dalla violenza e dalla distruzione, per salvare il nostro ambiente dall’imminente collasso.»

Cecilia Vicuna PH. William Jess Laird

Info: https://www.labiennale.org/it