Nel 2016 il papà di Hellboy, Mike Mignola, aveva annunciato un periodo di pausa dalla sua creatura, in seguito alla conclusione della saga Hellboy all’inferno (il personaggio è nato il 1 marzo 1994, con l’uscita de Il seme della distruzione, per Dark Horse comics).
Un periodo di riflessione più ideale che reale, considerando che quattro anni fa l’autore commentava così il suo ritorno al tavolo da disegno (e l’annuncio del pensionamento dall’universo del fumetto andava, fortunatamente, a farsi benedire): «Quando vanno in pensione tante persone affermano: “Oh, finalmente ora potrò dedicarmi al mio hobby”. Ma il mio hobby è sempre stato il mio lavoro, per 35 anni. Quindi, se ti ritiri dal tuo hobby, cosa ti resta? Questo è il tipo di persona che sono. La cosa che trovo più rilassante è sedermi al tavolo da disegno e lavorare mentre guardo la tv».
Dunque il “flusso artistico” di Mike Mignola non si è mai realmente interrotto, considerando che le avventure degli altri personaggi del “Mignola-verso” sono proseguite anche grazie alle (più che sapienti) mani di sceneggiatori, illustratori e coloristi che già da tempo “fanno squadra” con il fumettista statunitense nato a Berkeley, in California, nel 1960. Parliamo di un artista incredibile, la cui carriera è sempre stata contraddistinta dalla sperimentazione nonché dalla costante ricerca sia stilistica sia estetica. L’alzare sempre e comunque l’asticella ha consentito a un autore così fuori dagli schemi (basti pensare che ha creato il demone investigatore del paranormale, Hellboy, basandosi esclusivamente su quanto suonasse bene il nome) di distinguersi per lo stile originale e unico. Un artista che è stato (e lo è tutt’ora) abile nell’esplorare capacità espressive del tutto inedite, dando il là a un universo narrativo in continuo sviluppo che flirta con i B-movie.
E oggi il rinominato “Mignolaverse” torna a popolarsi di spaventose e leggendarie creature. Approdato in Italia grazie a Magic Press edizioni, Storie dell’Oltreverso (brossurato, 144 pagine a colori, 16 euro) vede la mitica eroina Cojacaru la scuoiatrice, ritornare dalla tomba. E ancora, la potente Imogen del Wyrd inseguire i suoi nemici, mentre il leggendario Golem si desta dal suo lungo sonno privo di sogni in questa sfiziosa raccolta di storie brevi dal mondo popolato da streghe e guerrieri scritta da Mignola e Christopher Golden, prolifico autore di romanzi fantasy e horror, già collaboratore fidato del nostro.
E ancora, una menzione particolare la meritano le fosche illustrazioni di Peter Bergting (Joe Golem) e Michelle Madsen (Joe Golem, Il Loto Cremisi). Visioni d’impatto su altri mondi ampliamente condivise dai quattro professionisti, che in Storie dell’Oltreverso spingono il piede sull’acceleratore creando una serie di storie che si leggono in un batter di ciglia.
Si badi bene. Mignola è un nome riconosciuto e riconoscibile per quanto riguarda la creazione, la scrittura e i disegni di fumetti che sono entrati nella storia. Volumi come questo possono essere una buona occasione, dunque, per avvicinarsi alle opere di un artista a tutto tondo, il cui stile è definito quasi a metà strada tra l’espressionismo tedesco (non a caso il Golem, gigante d’argilla nonché figura antropomorfa aderente all’immaginario della mitologia ebraica, si è esplicitato al meglio proprio nel film del 1915 diretto da Henrik Galeen e da Paul Wegener, capolavoro dell’espressionismo tedesco) e Jack Kirby – definito «the king of comics», è stato tra i più noti, celebri e influenti autori di fumetti della storia, trovandosi a proprio agio tra i generi più disparati.
Dal tratto inconfondibile, Mike Mignola è abile nell’estremizzare i chiaroscuri, dando il là a forti contrasti, anche di tipo simbolico, tra luci e ombre. E ancora, è particolarmente abile nell’uso delle masse nere e nella raffinata stilizzazione delle figure. Così le sue tavole (gli originali sono praticamente fuori mercato) risultano contraddistinte da un mix di atmosfere gotiche e pulp, ed i testi – densi di riferimenti – non disdegnano la battutaccia, mai fine a sé stessa. Le storie narrate da Mignola devono molto ai racconti di giganti della letteratura horror come Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft. Noi dobbiamo tanto a lui.