Fenomeno Artist-Run Space – Spazio In Situ a Tor Bella Monaca

Roma

Un momento particolarmente brioso per la scena artistica capitolina è quello in cui siamo attualmente immersi. Una città da sempre rivolta alla classicità guarda oggi, ogni giorno di più, al contemporaneo e alle nuove ondate di modernità che stanno coinvolgendo la realtà artistica romana a tutto tondo. L’esigenza di fuoriuscire dagli schemi, evidentemente troppo stretti e standardizzati, che hanno negli ultimi anni contraddistinto il sistema dell’arte è tra le cause che hanno portato alla nascita dei tanti spazi indipendenti che fioriscono in tutta la penisola ma in particolare suscitano grande interesse nella Capitale. 

I run space nati per volontà di artisti presentano un corredo genetico comune fatto di libertà, indipendenza e forte intraprendenza. Sotto il segno della sperimentazione, collettivi di creativi uniscono i loro linguaggi per definire una visione comune del fare arte, in un modo tutt’altro che autoreferenziale ma anzi, proiettato verso la comunità che vive nelle aree in cui tali spazi espositivi e di lavoro vanno a insediarsi. 

Spazio In Situ
© Spazio In Situ

La cornice della periferia

In quest’ottica nasce nel 2016 Spazio In Situ, nel quartiere di Tor bella Monaca. La periferia romana resta un luogo dal fascino intramontabile e l’attenzione che da sempre le viene rivolta da artisti, scrittori, registi, e intellettuali ne dimostra il potenziale troppo spesso inespresso. È l’artista Christophe Constantin a riconoscere in questo luogo la cornice perfetta per fondare una nuova fucina creativa che potesse godere non solo degli sguardi del pubblico di settore, intorpidito dalle sue dinamiche ricorrenti, ma quello della gente comune. L’interconnessione tra sorgente e fruitori dell’arte rimane un pilastro della filosofia su cui si basa Spazio In Situ, il cui collettivo di artisti vede oggi i nomi di Sveva Angeletti, Alessandra Cecchini, Christophe Constantin, Francesca Cornacchini, Marco De Rosa, Federica Di Pietrantonio, Chiara Fantaccione, Roberta Folliero, Andrea Frosolini, Daniele Sciacca e Guendalina Urbani

Definire il collettivo di Spazio In Situ alla ricerca di un modo per far riconoscere la propria identità, distaccandola dalla tradizione e dal passato artistico italiano, sarebbe un errore. Ciò che emerge osservando l’attività dei membri non è la volontà di consolidare un movimento artistico, ma quella di arrivare al riconoscimento di un metodo di lavoro, attraverso il quale creare un’alternativa nel sistema dell’arte di oggi. Lasciare da parte la ricerca ossessiva della verità assoluta per far largo all’interrogativo è la priorità del collettivo. Osservare e fare ricerca delle forme artistiche più attuali e delle loro manifestazioni è l’obiettivo che viene perseguito. In un’epoca fluida e priva di certezze è naturale voler rimanere ambigui e non inscatolarsi in alcuna definizione.

© Spazio In Situ

Un metodo polivalente 

Il luogo diventa veicolo di trasmissione di un concetto e incarnazione stessa dell’attività degli artisti che lo abitano e lo nutrono di linfa vitale. Sono gli studi, i luoghi dove l’arte nasce dall’idea e prende corpo tramite il gesto, il cuore di Spazio In Situ. Non è la dimensione fisica però quella a cui gli artisti che hanno fondato lo spazio vogliono legarsi senza prospettiva. Proprio per sottolineare la dinamicità e la volontà di divulgare una modalità di azione è necessario riconoscere le possibilità di una piattaforma potenzialmente esportabile e in continuo divenire. 

Lo dimostra la diversificazione delle attività che vengono portate avanti dai membri del collettivo, tra cui la fondazione di ISIT, magazine annuale dedicato all’arte contemporanea, a cura di Andrea Frosolini, Alessandra Cecchini e Federica di Pietrantonio. Anche in questo caso la parola chiave è interconnessione, tra critici, curatori, artisti e personaggi considerati dagli autori rilevanti in un’ottica di scambio e arricchimento reciproco, senza filtri o compromessi verso dinamiche di mercato. Il formato digitale del magazine è accompagnato dalla sua forma fisica cartacea che dà occasione di applicare il metodo riconoscibile del collettivo anche nell’ambito editoriale e curatoriale.

Spazio In Situ
© Spazio In Situ

Un anello della catena 

Spazio In Situ rimane una delle realtà più attive e poliedriche della Capitale. La sua azione ha catalizzato negli ultimi cinque anni grande interesse il suo collettivo originario è andato sempre più espandendosi. Ospitando negli studi di Tor Bella Monaca decine di artisti, è stato possibile nel tempo creare una grande rete europea, imprescindibile nell’ottica di espansione e di costituzione di un humus fiorente anche per gli anni a venire. 

La crescita individuale e collettiva dei suoi membri è oggi evidente e il riconoscimento a livello istituzionale ottenuto con la mostra Materia Nova alla Galleria d’Arte Moderna di Roma ne è una prova inconfutabile. Insieme a Spazio In Situ, hanno potuto godere dell’attenzione del pubblico romano anche altri artist-run space che stanno continuando a portare avanti la propria ricerca, ognuno con un carattere ben definito. 

La primavera Capitolina sembra essere solo all’inizio e le novità che sta portando nel quadro attuale definiscono una scena pronta per riposizionare Roma nella mappa internazionale dell’arte contemporanea.

Spazio In Situ
© Spazio In Situ

Info: https://www.spazioinsitu.it

Spazio In Situ – Via San Biagio Platani 7