La galleria Lorcan O’Neill porta nella sua sede nel centro della Capitale The Last Stand, l’esposizione della nuova serie di opere concepite e realizzate dall’artista Gianni Politi (vincitore del Premio Speciale Inside Art del Talent Prize con l’opera Pieno di certezze e pieno di dubbi) durante il corso dell’ultimo biennio. Il pittore romano si cimenta nella produzione di opere di grande formato, procedendo verso un’esplorazione intima e riflessiva del suo rapporto con la pittura e il ruolo che essa svolge nel momento storico di cui siamo attualmente protagonisti.
Nella serie di dipinti si coglie la domanda che Politi si pone l’obiettivo di sciogliere: “Come può un pittore astratto, raccontare la realtà oggi?”. È possibile districare questo nodo esclusivamente scalfendo la superficie e raggiungendo le ombre dei modelli che l’artista prende in considerazione nella sua più attuale ricerca.
La sua ambizione nei confronti della figurazione si è trasformata nel tempo ed evoluta in una nuova prospettiva astratta, la quale, tuttavia, non abbandona l’ambizione narrativa che da sempre fa parte del codice genetico di Politi. L’azione del pittore prende piede dall’ osservazione dei grandi maestri dell’arte moderna, in particolare dell’800: l’esposizione in questione, infatti, eredita il suo titolo dall’ omonima opera dell’artista inglese William Barnes Wollen. L’autore britannico assume la propria fama come pittore di battaglie e altre scene di carattere storico e proprio come Wollen, Politi si impegna nella conservazione dell’indizio narrativo, pur operando nell’assoluta astrazione.
Dalla pittura a carattere storico, l’artista romano eredita il formato monumentale. Le opere esposte nella galleria di Vicolo dei Catinari partono proprio da questo carattere per reinterpretare in chiave contemporanea la tradizione. Non si nasconde un chiaro riferimento alle influenze infantili della vita di Gianni Politi: le suggestioni archiviate nel proprio immaginario, dovute all’osservazione delle grandi pale d’altare nelle chiese romane, rievocano l’arte dei grandi del passato, in particolare dei maestri della pittura veneta come Tiziano, Tiepolo e Veronese, rievocati dai giochi cromatici e nell’utilizzo dei colori puri di cui l’artista si avvale.
Politi, come racconta nel testo critico che scrive di suo pugno in occasione dell’esposizione, assume un doppio ruolo: definisce se stesso come un narratore, un attento testimone della realtà che traduce attraverso la sua arte, diventando mediatore del reale. Il suo ruolo di artista però gli lascia acquistare anche un’ulteriore identità, quella di soldato. Impegnato in una lotta costante, un assedio di stimoli e sensazioni, il pittore si impegna nella difesa delle sue idee, trincerato nel suo studio.
The Last Stand incarna l’esigenza di rintracciare il sentiero adatto per definire le responsabilità sociali che un artista ha il bisogno e il dovere di prendersi in carico in uno scenario storico complesso come quello odierno. Gianni Politi sceglie di prendere posizione e ribadisce il suo ruolo attivo di combattente dell’arte.
Info: http://www.lorcanoneill.com/site/dettaglioEsibizioneArtista.php?idEsibizione=222&idArtista=44
Galleria Lorcan O’Neill, Via dei Catinari 3, Roma – Novembre 2021- Gennaio 2022