Bissare un successo: lo stai facendo bene. Si perdonino l’enfasi e lo slancio pressoché adolescenziali dell’incipit, ma dopo il volume Storie di fantasmi del Giappone non era per nulla semplice mantenersi a livelli così alti. Tanto per la produzione quanto per ciò che quel volume racchiude, si intende. Eppure L’ippocampo, casa editrice indipendente di stanza a Milano, ha fatto di nuovo centro pubblicando dalle nostre parti il nuovo lavoro illustrato da Benjamin Lacombe. L’artista francese, tra i più conosciuti a livello mondiale, torna a prestare il suo inconfondibile (e mai imitabile) tratto ai celebri racconti della tradizione nipponica trascritti da Lafcadio Hearn (che ha ricevuto numerosi tributi in letteratura e nel fumetto, in cinema e in tv) e in parte inediti in Italia. Se nella raccolta Storie e fantasmi del Giappone viene reinterpretata da Lacombe, scegliendo minuziosamente lo stile consono ad ogni racconto, la vasta gamma del bestiario tradizionale giapponese con la sua arte unica, in Spiriti e creature del Giappone (cartonato con dorso in tela, 208 pagine, 15 euro) – traduzione di Ottavio Fatica – al centro di tutto alberga l’affascinante mondo naturale, da sempre riverito e avviluppato da un’aurea di mistero del misterioso Sol Levante.
Arte, armonia, trascendenza: la natura nella cultura giapponese si riconosce all’interno dello spirito. Racconto dopo racconto il lettore è in grado di attraversare – con la mente e con il cuore – diversi, incredibili, ambienti, senza quasi rendersi conto del “passaggio”. Che avviene passando attraverso le profondità marine e il mondo sotterraneo per poi raggiungere la luce, in superficie, fino al cielo. E giù di nuovo a scendere. Il tutto è nelle mani, anzi nella penna, di Lafcadio Hearn, giornalista e scrittore irlandese nato a Leucade, in Grecia, nel 1850. Una vita troppo breve la sua (è morto all’età di 54 anni) ma assai affascinante: naturalizzato giapponese – paese dove giunse nel 1890 dopo una vita di vagabondaggi – sposò la figlia di un samurai e prese il nome di Koizumi Yakumo. Dopo pochi anni riuscì ad ottenere una cattedra a Kumamoto e poi giunse a Tokyo all’università Imperiale e quindi nel 1903 alla Waseda. Purtroppo un infarto lo portò via dodici mesi dopo. Nella prefazione di Spiriti e creature del Giappone, Matthias Hayek – responsabile di ricerca presso l’École Pratique des Hautes Études, specialista di Storia delle credenze e dei saperi in Giappone – scrive: «Il “Giappone spettrale” di Hearn è così popolato di entità numerose, curiose, e soprattutto di natura e origine assai diverse. Fantasmi lamentosi (yūrei) e improvvise apparizioni (obake) stanno accanto a orchi delle leggende medioevali (oni), spiriti delle montagne (tengu) o creature che popolano il mare o i fiumi, come l’uomo-squalo (samébito) e il “kappa” di questa raccolta». Entità che sono ora raggruppate sotto un unico vocabolo – yōkai – un termine assai ampio che può giungere a includere praticamente tutti i mostri e gli esseri sovrannaturali, non escluse le creature appartenenti alla mitologia occidentale.
Personaggi scaltri, curiosi, affascinanti e mostruosi, racchiusi in questo volume di pregio. Laddove i testi di Hearn vengono esaltati dalle illustrazioni di Lacombe: è un po’ come affidare delle primizie introvabili a uno chef di caratura mondiale. Si tratta di vincere facile, ma è pressoché impossibile non lasciarsi ammaliare da storie e leggende che attingono tanto alla tradizione letteraria e teatrale quanto al folclore regionale nipponico. E le tavole di Lacombe sono una garanzia, una sorta di crasi tra il carattere accogliente della Disney e il tratto gotico tipico di Tim Burton, guarda caso amatissimo in Giappone (alcuni anni fa a Tokyo ha fatto tappa la mostra The world of Tim Burton, che ha riscosso un successo pazzesco). Maneggiare con cura e leggere con lentezza: sono i due consigli quando si parla del duo Hearn-Lacombe.
Info: www.ippocampoedizioni.it