Residenza Liquitex, i vincitori. Chi è Damiano Colombi

Roma

Sono Damiano Colombi ed Eva Chiara Trevisan i due vincitori della residenza d’artista Liquitex, che si svolgerà a Roma, negli spazi di Fondamenta gallery, dal 4 al 17 ottobre. vi presentiamo i due giovanissimi artisti per conoscere la loro ricerca e il approfondire il loro profilo artistico e il progetto su cui lavoreranno. Iniziamo con Damiano Colombi, che rivela: «Per me l’atto pittorico corrisponde alla “registrazione” di un’esecuzione di interventi».

Damiano Colombi

Come hai iniziato il tuo percorso artistico?
«Quando nel 2013 mi sono iscritto all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Il primo approccio era improntato sul disegno dal vero, uno studio da condurre quotidianamente prestando attenzione agli interessi e alle potenzialità espressive che sarebbero emerse gradualmente. I miei interessi sono sempre stati rivolti alla “spazialità”, inizialmente esplorata nel paesaggio e successivamente nelle rappresentazioni di interni, abitata da radi elementi figurali. L’interesse per l’astrazione, la sintesi delle forme e la sperimentazione tecnica si è delineato negli ultimi quattro anni. L’attenzione principale si focalizza ora sulle potenzialità espressive dei materiali utilizzati».

Qual è il tuo rapporto con la pittura?
«La pittura è senza dubbio uno strumento di indagine molto forte, per me significativo soprattutto se inteso in chiave di sperimentazione. Per me l’atto pittorico corrisponde alla “registrazione” di un’esecuzione di interventi, parzialmente imprevedibili, improvvisati, suggeriti dallo sviluppo stesso dell’immagine. Rimane come traccia concreta di una serie di azioni e momenti di confronto fra l’artista e la complessità della materia pittorica».

E con il colore?
«Il colore, nella sua accezione cromatica, è diventato negli anni cruciale per ricreare giochi di forze ed equilibri che prendono forma nelle opere, sfruttando ed assecondando i principi naturali di contrasto, complementarietà e armonia cromatica. Il colore come materiale, invece, rappresenta per me un vero e proprio oggetto di studio, un elemento da considerare nella sua fisicità e nella sua costituzione. La mia inclinazione a ricercare una certa tensione nelle immagini si manifesta nella saturazione dei contrasti, in una gamma cromatica ampia e in combinazioni di tecniche anche azzardate».

Raccontaci il progetto che hai in mente per la residenza.
«Per la residenza Just Imagine intendo consolidare una ricerca pittorica improntata fortemente sulla sperimentazione tecnica dell’acrilico su una serie di tele di medio/grande formato. Si tratterà di opere astratte, stilisticamente in linea con la ricerca del mio ultimo anno di lavoro. Rispetto agli studi su carta che realizzerò come spunti e ipotesi compositive, le opere su tela seguiranno poi un percorso inedito, mutevole, quasi improvvisato che asseconda i suggerimenti che l’immagine stessa fornirà. In questo modo assumerò parzialmente il ruolo di esecutore, poiché seguo ed attuo le indicazioni offerte dai materiali e dal colore, dando così forma ad uno scambio il cui esito è un’ulteriore scoperta e suggestione per l’approfondimento della ricerca».

Quali sono state finora le esperienze più significative che hai fatto nel mondo dell’arte che hanno influenzato la tua poetica?
«La maggior parte delle mie esperienze pittoriche è avvenuta all’interno dell’Atelier F dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, tenuto dal prof. Carlo Di Raco, una realtà che non cessa di costituire un polo di riferimento anche dopo il percorso di studi. Si tratta di un luogo frequentato da diverse generazioni di artisti, studenti ed ex-studenti, i quali condividono uno spazio di lavoro improntato su uno scambio costante di esperienze artistiche e pittoriche».

Che esperienze hai maturato con l’acrilico?
«Il colore acrilico è il medium che più utilizzo, perno al quale accosto interventi realizzati con altri materiali (smalti, olio, spray, cera, cucito), tutti utili ad indagare come le differenze intrinseche della materia possano essere cruciali nel suggerire e direzionare l’esito di ogni immagine. Utilizzo l’acrilico in tutte le sue forme: liquido nella lavorazione orizzontale a terra, pastoso per interventi strutturali e velature trasparenti nella lavorazione a muro. Lo prediligo per la sua versatilità e per la rapidità con la quale permette di lavorare».

Qual è stata fino ad oggi la tua brand experience con Liquitex?
«Conosco i colori Liquitex, in particolare recentemente ho utilizzato molto la serie Heavy Body: sono stati indispensabili per ottenere alcuni effetti pittorici che ricercavo. Tuttavia non ho ancora avuto modo di sperimentare la vasta gamma di prodotti complementari che Liquitex offre e spero di riuscire a cogliere appieno l’occasione della residenza Just Imagine per farne esperienza».

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