Un totem a Fonteblanda: l’installazione dell’artista Moira Ricci per l’edizione 2021 di Hypermaremma

Fonteblanda

Disperso tra le solitarie colline di Fonteblanda, appare un enorme pugno di Goldrake, una scultura di cinque metri d’altezza realizzata da Moira Ricci e presentata come ultima tappa delle installazioni ambientali dell’edizione 2021 di Hypermaremma

L’iconico braccio del cartone animato cult che dalla fine degli anni ‘70 ha rivoluzionato l’immaginario di intere generazioni, sprigiona con il suo impatto sul territorio un’energia monumentale e fa tremare il silenzioso terreno della Maremma Toscana. 

L’emblematico cartone giapponese sbarca in Italia durante gli anni di piombo, inconscio di diventare un punto di riferimento che avrebbe cambiato e scioccato per sempre la cultura pop e la televisione italiana portando ad una svolta epocale. 

Un’idea così progressista ma paradossalmente rimasta legata alle origini, si impone sulla questione sociale e si dedica ad un movimento rimasto ancora una profonda incognita. 

Nell’opera di Moira Ricci “Totem”, da supereroe, Goldrake si personifica in salvatore e protettore, in un’entità che vive fuori dal tempo e dallo spazio umano ma che si prende cura delle minacce a cui l’umanità viene esposta. 

Un ‘totem’ della giustizia e del ricordo che racconta i valori umani e morali di un’umanità che sembra meccanizzarsi sempre di più ed allontanarsi dall’autenticità della vita rurale. Per l’artista infatti, il totem eretto per evocare il salvatore della sua terra contadina deve avere la forma di Goldrake, come i cartoni della sua infanzia le hanno insegnato. 

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Moira Ricci, Totem. Colline tra Collecchio e Fonteblanda, Orbetello. Courtesy Hypermaremma. Foto Marco Brandi

L’atto fisico del pugno a mano chiusa, che dal profondo suolo si spinge verso il cielo, luogo da cui secondo l’artista arriverà la salvezza, mostra il ‘vulnus’; la bellezza sorge dall’accoglienza della ferita, punge e traumatizza, lascia un segno su un terreno un tempo tanto amato che ormai vive una ferita. 

Il pugno chiuso del totem, simbolo di dignità, di forza e di tenacia propria della frugale vita rurale è quindi una forte denuncia ad un mondo che tende a separarsi dalla cultura dei campi, favorendo l’alienante praticità della vita moderna. Allora il pugno si presenta come un inno all’agricoltura ed alla coltivazione, alla terra fertile, al cielo tanto amato dalla tradizione contadina, all’arte di saper attendere, ai trattori ed alla semplicità degli albori. 

Parte integrante dell’opera è anche una composizione in ottava a rima Toscana, un’ode a Goldrake concepita dall’artista stessa e cantata da uno studioso contemporaneo tramandatore di questa antica tradizione, che riformula l’immaginario di un’intera generazione precedentemente trasvalutato dal cartoon in sé. 

L’ottava rima è una poesia estemporanea favorita il più delle volte dai poeti improvvisatori come metro per le loro gare a ‘braccio’, un po’ come i duelli dell’odierno freestyle. 

Nato ed utilizzato nei cantari trecenteschi, prediletto fortemente dal Boccaccio, l’ottava rima vive di un fortissimo legame con la tradizione maremmana all’interno della quale, questa metrica, pianta le sue radici più profonde. 

Moira lo vede come un proto-rap, un antecessore del freestyle, una sfida vocale in cui la creazione avviene direttamente di fronte al pubblico, senza essere mediata da una fase preparatoria. 

Un’ode a Goldrake concepita da Moira Ricci e interpretata da un maestro dell’Ottava Rima, che durante una performance ideata dall’artista, ha accompagnato la folla sulla cima della collina in una vera e propria processione fatta di numerose tappe in cui è stata decantata l’opera e il salvatore che questa rappresenta. La voce si espande, lo spazio si dilata, fino a sembrare infinito, il tutto diventa un’aurea di vita, una circonferenza del ricordo che si trasforma inevitabilmente in presenza, e poi in essenza diventando quindi vita. Il territorio riprende a respirare, sarà stato Goldrake a salvarlo?!

Un pellegrinaggio di creature umane si muove verso il vuoto astrale del podere toscano per rendere omaggio a un’icona che ha segnato intere generazioni e ad una terra che ne ha protette altrettante. Sguardi intensi, scambi di parole taciturne, occhi riflessivi, forti battiti del cuore e un’intesa comune che per qualche minuto ci fa sentire tutti parte del medesimo eden; è questa l’atmosfera che si crea in questa circonferenza di spazio metà tangibile e metà incorporeo. 

info: https://www.hypermaremma.com/en/