Escher al Palazzo Ducale di Genova: una grande mostra di 200 opere presenta l’opera di uno dei più complessi ed ingegnosi maestri del ‘900

L’arte visiva non deve necessariamente esprimere emozioni personali ed essere capace di suscitarne nello spettatore. La decorazione nell’interezza della sua storia vede un ampio spettro di possibilità che non fanno riferimento al naturalismo ma che colgono la loro ispirazione da un mondo che nasce dalla natura per poi virare verso l’astrazione. 

Ed è proprio l’astrazione che da sempre costituisce il vero elemento capace di distinguere l’essere umano da tutte le altre creature. Immaginare qualcosa che ancora non si è mai incontrato è il punto di partenza per intraprendere una ricerca. 

Esplorare quei mondi che ancora non si è stati in grado di comprendere e visualizzarne i dettagli è il centro nevralgico della carriera dell’artista Maurits Cornelis Escher. Maestro indiscusso dell’arte del ‘900 e campione di popolarità grazie alle sue iconiche opere che ancora oggi non cessano di stupire e catalizzare l’attenzione degli spettatori contemporanei per la loro indissolubile complessità.

Non stupisce la trepidante attesa che sta anticipando l’apertura della mostra al Palazzo Ducale di Genova, dedicata all’artista e incisore olandese che vede organizzata nella Superba la sua esposizione antologica più importante degli ultimi anni.

Le sue opere iconiche sono entrate a far parte di un immaginario globale: queste non smettono di stupire il pubblico, sempre pronto a immergersi nell’universo di un artista dimostratosi in grado di restituire immagini che continuano a ispirare generazioni di artisti provenienti da qualsiasi settore della creatività.

Nella mostra trovano spazio alcune delle opere maggiormente conosciute di M.C. Escher come la mano con sfera riflettente, una prova unica dell’ingegno di un artista mai limitatosi ad osservare un soggetto per cimentarsi nella sua replica figurativa. L’attento studio sugli effetti della luce e del modo in cui è in grado di modificare le immagini, rispetto a come questo viene percepita dall’occhio umano, sono punti di interesse centrale per Escher. Il rifiuto assoluto della visione monoculare della tradizione pittorica è l’impulso che spinge l’artista olandese ad immergersi nella dimensione illusoria del disegno e della figurazione.

Maurits Cornelis Escher Mano con sfera riflettente, 1935, Olanda, Collezione Escher Foundation All M.C. Escher works © 2021 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved.

Lo strumento di cui Escher spesso si avvale è lo specchio convesso che mutua da altri grandi artisti che nei secoli si sono cimentati nella figurazione osservando il mondo attraverso questo particolare tipo di lente: il celebre dipinto conservato oggi alla National Gallery di Londra I coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck mette in scena un momento dal sapore familiare ma che viene impreziosito dalla maestria con cui le spalle dei protagonisti sono riflesse in un particolare specchio appeso alla parete retrostante. Da ricordare è anche il maestro italiano Parmigianino che nel 1524 si autoritrae dipingendo su una tavola il suo giovane viso osservato attraverso uno specchio convesso. 

L’interesse di questo artista ha sempre spaziato in un terreno di difficile decifrabilità. Le teorie che precedevano la composizione di uno dei suoi lavori erano attente e precise e si basavano su studi matematici di cui lo stesso Escher era grande appassionato. Non è un caso infatti che la celebrità di questo pittore sia venuta in un primo momento non tanto dalla critica d’arte e dai frequentatori degli ambienti intellettuali, ma dalla comunità scientifica, dai matematici e dai cristallografi che hanno saputo cogliere l’ingegno e l’originalità di un creativo capace di spingersi oltre ciò che è osservabile attraverso l’occhio umano.

La simultaneità dei mondi dentro e fuori lo specchio che Escher si pone l’obbiettivo di ritrarre è uno dei tratti più riconoscibili del maestro olandese, tuttavia non è questo il filo rosso che ci porta a Genova per scoprire di più riguardo l’artista: nel 1922 infatti Escher viaggia in Italia. Durante il suo soggiorno pone il suo sguardo sulla costiera amalfitana, su alcune cittadine toscane, tra cui Siena, e in particolare arriva a visitare Genova, la cui rocciosa e aspra costa ispira una serie di disegni che in parte sono esposti nella mostra antologica.

La vasta esposizione ci dà così l’occasione di esplorare dal 9 settembre 2021 al 20 febbraio 2022 uno dei settori meno conosciuti di uno dei grandi maestri dell’arte del xx secolo, divenuto ormai indiscutibile culto della cultura contemporanea.

info: https://palazzoducale.genova.it/mostra/escher/