Mario Sironi a Milano: il Museo del ‘900 dedica all’artista un’importante retrospettiva

Milano

In occasione dei sessant’anni dalla morte di Mario Sironi, il Museo del ‘900 dedica all’artista un’importante retrospettiva dal titolo Sintesi e grandiosità. Il percorso traccia una dettagliata ricostruzione dell’epopea storico artistica che è stata la biografia di uno dei protagonisti indiscussi del mono dell’arte italiano della prima metà del xx secolo.

Mario Sironi è raccontato attraverso l’esposizione di 110 opere che ripercorrono la sua variegata ed esaltante ascensione al pantheon dei maestri della pittura contemporanea. I dipinti spaziano dalla sua esperienza giovanile, legata ai dettami del movimento simbolista, che presto lo conducono tra le braccia del futurismo italiano, passando per gli spazi metafisici che lo consegnano allo studio di un mondo sempre più classicheggiante, fino ad arrivare alla fase più matura della sua carriera, contraddistinta da interventi monumentali di pittura murale. 

Mario Sironi, Paesaggio urbano, 1927.

Tra le decine di capolavori che i visitatori possono osservare nelle sale del Museo del ‘900 c’è il perfranceschiano Nudo (1923), uno dei dipinti che rendono Sironi durante i primi anni del ventennio fascista uno degli artisti favoriti da quella che è da molti considerata come l’ancella di Benito Mussolini, Margherita Sarfatti. Tale figura è al centro di una delle fasi più importanti della carriera del pittore nato a Sassari nel 1855: Margherita Sarfatti riunisce infatti sotto il nome di Gruppo 900 una scuderia di artisti che riconoscono nella tradizione pittorica e negli insegnamenti della fedeltà figurativa un’antidoto per gli estremismi dell’avanguardia. 

Questa fase della sua vita ha come cornice le strade di Milano, in cui Sironi arriva nel 1919. Una città che è simbolo del progresso industriale durante quegli anni e che Sironi racconta nei suoi paesaggi urbani, una tra le sue raccolte più iconiche. 

Milano rappresenta il nuovo mondo che la rivoluzione industriale ha plasmato tra metallo incandescente e cemento e che viene alimentato dal carbone e dal lavoro di una società moderna sempre più indirizzata verso una totale alienazione.

Sironi interpreta in questo scenario il ruolo del narratore di un periodo storico opaco, a tratti tendente al buio, e permeato di forte nostalgia. Un mondo in evoluzione che in quel momento sembra essere a tratti ipercinetico a tratti immerso in una silente polveriera che attende di saltare. 

La costante ricerca di equilibrio tra tensioni così estremamente opposte lo conduce a una maturazione definitiva dopo l’esperienza con le grandi pitture murali commissionategli dal regime e che si inseriscono nell’ampio programma iconografico ideato dagli esperti della propaganda fascista. All’interno della mostra al museo del 900 sono esposti capolavori monumentali quali la luminosa Vittoria alata, il gigantesco studio per l’aula magna della Sapienza di Roma, il visionario Condottiero a cavallo (tutti realizzati nel 1935) e il potente studio preparatorio, lungo quasi sei metri, della Giustizia Corporativa (1937-38).

La fase dell’allontanamento dal regime fascista, da cui si distanzia radicalmente dopo essere colpito da una forte disillusione nei confronti dell’ideologia nazionalista, è testimoniata dalla presenza del Lazzaro (1946). Il dipinto rappresenta un uomo di cui si attende una risurrezione che non giunge mai a compimento, quindi un tradimento. Avviene un crollo di quella fiducia riposta dall’artista fino alla metà degli anni ’40 nei confronti del regime che non soddisfa la promessa di una riscoperta dei grandi valori del passato ma che fa piombare nuovamente nell’ombra un popolo già eccessivamente annichilito.

Paesaggio urbano con camion, 1920

Alla guida dei lavori di curatela nella mostra Sintesi e grandiosità ci sono Elena Pontiggia e Anna Maria Montaldo che trovano la chiave narrativa per far riscoprire al grande pubblico uno dei maestri del ‘900 con una serie di opere in parte assenti in una esposizione pubblica da più di mezzo secolo. Sironi torna ed essere raccontato come uno degli interpreti più acuti del suo tempo  grazie ad una ricerca che non tralascia la consultazione del repertorio epistolografico e del materiale conservato all’interno dell’archivio Mario Sironi di Roma e l’associazione Mario Sironi di Milano. 

Un nuovo evento si impegna a definire il modus operandi del Museo del 900 di Milano che apre l’esposizione pubblica al termine di un accurato progetto scientifico originale, finalizzato a valorizzare la produzione artistica di un artista sospeso irrimediabilmente tra la grandezza dell’uomo e lo scuro abisso della tragedia che è destinato ad affrontare.

Fino al 27 marzo 2022.
www.museodelnovecento.org