I parassiti nel cemento, con la mostra di Stefano Canto la galleria Matèria inaugura il suo nuovo spazio

Roma

Si presenta così, con le parole della curatrice Giuliana Benassi, il nuovo spazio di Matèria, la galleria di arte contemporanea, dopo cinque anni di consolidata esperienza nel quartiere San Lorenzo tra le mura di Via Tiburtina 149: come una nave che si staglia nel mare del tessuto urbano, vasto e ramificato, di un quartiere storicamente legato alle arti contemporanee e che si riconferma essere un punto nevralgico della città. Una nave verrebbe da dire, in balìa dei venti difficili che la realtà attuale presenta e che negli ultimi dodici mesi ha messo a dura prova anche un settore, come quello dell’arte for profit, spesso considerato “colpevole” di essere stato fatto “salvo” dalle misure cautelative imposte dalla pandemia da virus COVID-19.

Sono invece molteplici le sfide che anche le gallerie si trovano ad affrontare nell’intento di restare credibili e coerenti con il periodo storico che stiamo vivendo, non solo far fronte ai mutamenti intrinseci del collezionismo, ma anche saper confermare con forza la propria identità al proprio pubblico. Ci riesce, ancora una volta, Nicolò Fano – founder della galleria che ha aperto i propri battenti nel 2015 – che guarda la crisi ampliando il proprio spazio, che si presenta ancora di più come punto di riferimento per il contesto che lo circonda – e non solo. Spazio che, come egli stesso afferma, conferma ancora di più il legame della galleria con la città, pur mantenendo la sua forte attenzione a progetti di collaborazione nazionali e internazionali. Altra novità è quella dell’Ufficio Stampa affidato ad UC studio – nato dalla collaborazione tra Roberta Pucci e Chiara Ciucci Giuliani – che avrà il suo spazio proprio all’interno degli uffici della galleria.

Stefano Canto, Ca14 2020. Courtesy of the artist and Materia Roma
Stefano Canto, Ca14 2020. Courtesy of the artist and Matèria Roma

Questo è il tempo dell’attesa, un tempo interrotto e congelato, di riflessione ed analisi, così come il processo creativo di Stefano Canto, i cui lavori inaugurano la nuova location di Matèria, a cura di Giuliana Benassi. L’artista raccoglie per strada pezzi di tronchi e di corteccia, che con il passare del tempo subiscono delle mutazioni dovute alla presenza delle cosiddette “carie” – che danno titolo al progetto – parassiti che ne deteriorano l’aspetto e ne scavano il volume. Il lavoro di Canto è anzitutto un intervento di salvataggio, cui segue un tempo molto lungo per permettere la decomposizione del materiale organico ad opera dei funghi che lo attaccano, come scolpendolo naturalmente. Al posto di quelle sezioni ormai decomposte, l’artista inserisce il cemento, riempendo quel vuoto e restituendo loro una nuova essenza, una nuova identità.

Queste nuove creature che si sviluppano come grandi scheletri nello spazio, frutto di questa sorta di restauro delle superfici, altro non sono che le protagoniste del contesto urbano contemporaneo, in quello che la curatrice definisce un panorama non idilliaco, ma profondamente caratterizzato da una costante dialogica tra natura e architettura. Il progetto di arte contemporanea, che fino al mese di aprile viene presentato in galleria, è il frutto di una ricerca iniziata nel 2009, caratterizzata da un tempo di attenta selezione ed elaborazione costante, che si traduce in uno spazio immersivo tramutato in una grande installazione site-specific per l’occasione. I tronchi di Canto, come moderne vestigia di un antico empio diroccato, raccontano il tempo della ripartenza, della rinascita, dell’esplorazione e della scoperta. Narrano il tempo della sfida, che segue il lungo tempo della riflessione e della sosta, la sfida che Matèria sembra ancora una volta voler vincere.

Fino al 10 aprile 2021, Matèria, Via dei Latini 27, Roma
Info: https://www.materiagallery.com/

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