Non è bella ma

Roma

Che cos’hanno in comune Franca Valeri e Barbra Streisand? E Vivienne Westwood e Lady Gaga? E ancora, Kate Winslet e Iris Apfel oppure Winona Ryder e Oprah Winfrey? Sono tutte grandi donne che ”non sono belle ma”. Meglio, ognuna di loro – a proprio modo – è stata in grado di distinguersi nel mondo dello spettacolo e della moda nonostante più di una persona gli avesse detto: «non riuscirai mai ad emergere, non sei abbastanza bella», almeno perseguendo i canoni di un’estetica decisa a tavolino, stereotipata o influenzata dalla tendenze del momento. Fortuna ha voluto, invece, che qualcun altro abbia compreso che queste donne avevano qualcosa di unico, speciale, intravedendo (non con poca perspicacia) il potenziale celato dietro quelle piccole o grandi (viva Dio) imperfezioni. Ed è proprio questo il titolo del curioso volume scritto da Roberta Balestrucci Fancellu e illustrato da Marianna Balducci per Hop edizioni. Negli anni del body shaming (derisione del corpo) e della rivendicazione della body positivity (non esiste un corpo giusto o sbagliato) il volume Non è bella ma (128 pagine, 15 euro), per la collana Speriamo che sia femmina, inneggia tanto all’unicità quanto alla personalità e al talento femminile. Nel libro si trovano donne che stanno per spegnere le cento candeline (come la mitica, già citata, Franca Valeri) e ragazze giovanissime che posano per Vogue, come la modella e attivista canadese Winnie Harlow. «Non è bella ma nasce in un modo divertente. So che Davide Calì, il direttore artistico di collana, un giorno si è trovato con Marianna e mentre parlavano del più e del meno è venuta fuori l’idea di illustrare e scrivere un libro che raccontasse un certo tipo di bellezza», spiega Balestrucci Fancellu. Aggiungendo: «Dico così per citare in qualche modo quella che forse, in modo involontario, è diventata la madrina del volume: Franca Valeri. Lei da sempre ci ha insegnato che ”la comicità è un dono di cervello”, e ne sono sempre più convinta». Prende la parola Balducci: «Quando ho raccontato a Davide di come Barbra Streisand, col suo naso importante, avesse vegliato sui miei scompensi adolescenziali, abbiamo iniziato a scambiarci aneddoti e pensieri e ci siamo subito resi conto di quanto l’aspetto avesse giocato un ruolo importante nella vita di molte donne». E rispetto agli uomini? «Beh, gli uomini non hanno quasi mai subito lo stesso trattamento quando hanno scelto di calcare il palcoscenico (letteralmente o metaforicamente) – replica l’illustratrice – ma è altrettanto vero che pochi uomini hanno saputo fare del loro aspetto il centro di un ”discorso estetico” rilevante e rivoluzionario come, invece, molte delle donne contenute nel libro hanno fatto». In merito alla mole di lavoro che ha interessato l’intero progetto, Balestrucci Fancellu ammette: «Dietro a questo volume c’è molto studio e ricerca. Avevamo intenzione di non scrivere il ”solito” libro di biografie, e il fatto che non sia un volume per bambine ci ha permesso di puntare, senza alcuna riserva, sul concetto di bellezza». Hai iniziato subito a scrivere? «In realtà la prima fase è stata la ricerca di tutto il materiale possibile per capire veramente che cosa ogni donna avesse da raccontarmi, capire che tipo di esperienza avesse vissuto, quale fosse stato il punto di rottura di ognuna di loro. Sono arrivata lì con le loro storie, il loro vissuto, in alcuni casi anche con il loro dolore, e poi dal baratro via, verso la luce. È stato pazzesco», replica l’autrice. E per quanto riguarda il binomio grafica e illustrazioni? La risposta di Balducci è immediata: «Premetto che mi è stato lasciato ampio spazio nel presentare la proposta grafica che, infatti, si distanzia dai libri più pensati per l’infanzia su cui mi sono concentrata fino ad ora». Incalza: «Ho riportato a galla tutti quegli stimoli che vengono dai miei studi di moda e dal mio lavoro da illustratrice pubblicitaria per confezionare questi ritratti pop dai tratti marcatissimi e dai colori brillanti. Ogni donna doveva avere tutte le sue ”imperfezioni” esibite con orgoglio, ogni capitolo doveva essere un piccolo manifesto all’insegna dell’ironia e della gioia di vivere». Per entrambe: c’è qualche ”non è bella ma” che, per questioni di spazio, è rimasta fuori dal volume? «Sicuramente – risponde Balducci – anche perché chissà in quanti modi potremmo confezionare un libro che racconta la bellezza delle donne». Interviene Balestrucci Fancellu: «È una bella domanda, ma credo che ora tocchi a chi leggerà il nostro libro aggiungere altre donne alla lista».

Info: www.stay-hop.com

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